Napoli, Ancelotti-Insigne, vecchie ruggini

La frizione tra il capitano e il tecnico del Napoli è storia ormai antica di un anno
Napoli, Ancelotti-Insigne, vecchie ruggini© FOTO MOSCA

NAPOLI - Parlare di “caso Insigne” sarebbe esagerato e poco aderente alla realtà dei fatti; riferire di una frizione esistente tra il capitano del Napoli e l’allenatore, è storia ormai antica di un anno. E nulla ha a che fare con la tribuna di Genk, perché è un’abitudine del coach tenere fuori dalla lista con i 18 nomi da consegnare all’arbitro in Champions quei calciatori i cui test atletici non soddisfano le sue esigenze. Quindi, è successo anche ad Insigne bere l’amaro calice dell’esclusione da una partita. Forse Ancelotti lo avrà fatto a titolo dimostrativo agli occhi del resto del gruppo: se in passato era successo a Younes guardare Napoli-Liverpool da spettatore, non poteva scamparla il leader. Nell’ultimo allenamento a Castelvolturno si era allenato piano e Ancelotti lo aveva convocato nel suo ufficio per chiedergli spiegazioni. Pare che Insigne abbia confessato la necessità di tirare un po’ il fiato e, con i belgi che correvano tanto, si era deciso di lasciarlo in tribuna. Scelta tecnica? Sì, ma il provvedimento è a metà strada col profilo punitivo della decisione. Chi si allena male, non gioca: la regola scritta da Ancelotti vale per tutti i calciatori del gruppo. Ha avuto valore anche per Hysaj, che aveva bisogno di lavorare più intensamente e lo stesso calciatore aveva preferito proseguire il lavoro a Castelvolturno, piuttosto che partire per Genk e starsene in tribuna. L’esclusione di Ghoulam dalla sfida di Genk, invece, era stata una scelta tecnica: dovendo portare in panchina un solo terzino, Ancelotti ha preferito Malcuit che può giocare su entrambe le fasce. E Insigne si è comportato da capitano esemplare: non ha gradito l’esclusione, ma è andato a incitare i compagni prima di spostarsi sugli spalti. La polemica resta ed è stata per tratti anche feroce. 

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