Ferlaino: "Sì, è l'anno del Napoli con Maradona nel cuore"

Lo storico tre volte presidente partenopeo: "Spalletti, Osimhen, la squadra, ADL, i tifosi, c’è tutto per vincere"
Ferlaino: "Sì, è l'anno del Napoli con Maradona nel cuore"© Getty Images

«Sì, questo può essere l’anno buono per lo scudetto del Napoli. I campionati si decidono a primavera, ma la partenza degli azzurri non poteva essere migliore». A novant’anni, Corrado Ferlaino conserva una passione infinita per il calcio e per il Napoli. E accetta con piacere di discettare sull’esaltante momento vissuto dagli spallettiani lo storico tre volte presidente partenopeo (‘69-’71; ‘72-’83; ‘83-’93; nonché azionista dal ‘69 al 2000), l’uomo che ha portato Maradona in Italia e con il suo Napoli ha vinto due scudetti (‘87 e ‘90), una Coppa UEFA (‘89), due Coppe Italia (‘76 e ‘87), una Supercoppa italiana (‘90). Insieme con Francesco de Core, vicedirettore del Corriere dello Sport-Stadio, ci incrociamo nell’etere della «Politica nel pallone», la trasmissione condotta da Emilio Mancuso, in onda ogni lunedì su Gr Rai Parlamento.

Se ci fosse Diego

Il primo pensiero è per Maradona. Il 25 novembre sarà già trascorso un anno dalla sua scomparsa: «Diego ci manca tantissimo. Sarebbe stato molto felice nel vedere questo Napoli primo in classifica e sarebbe andato allo stadio a seguire la squadra di Spalletti. Sono già passati dieci mesi, ma, ancora oggi, la sua morte addolora tutti i napoletani. Per me è stata una mazzata tremenda. Maradona sarebbe stato il primo a gioire nel vedere il Napoli in testa». Quando parla Ferlaino, la moviola della memoria scatta subito, così come il gioco degli accostamenti. «Paragoni con il mio Napoli? Parliamo di epoche storiche diverse e di due campionati diversi. Oggi ci sono almeno cinque squadre in lizza per il titolo. All’epoca, il Napoli combatteva contro il Milan. Ora sono in cinque, le altre sono comparse. Sarà fondamentale vincere gli scontri diretti. Non bisogna perdere punti con le piccole squadre. Se Spalletti mi ricorda Bianchi? Spalletti è permaloso e bravo come Bianchi. Leggo che non è proprio dolce, spero non litighi mai con De Laurentiis. Ci auguriamo tutti che questo matrimonio vada molto bene».

"La Juve è senza CR7"

Perché ritiene che questo sia l’anno buono per il Napoli? «Perché se do un’occhiata allo stato di salute della concorrenza, scopro che chi sta meglio è il Napoli e non solo in quanto capolista a punteggio pieno». A cominciare dalla Juve, oggi con 10 punti in meno? «La Juve quest’anno non ha più Cristiano Ronaldo e una difesa con Bonucci e Chiellini che avanzano con l’età. Penso che questa sarà una stagione di transizione per i bianconeri, bisognerà vedere come agiranno sul mercato invernale. E’ anche vero che, pur essendo parito Ronaldo, nelle prime sei partite la Juve ha segnato le stesse reti dell’anno scorso. Ad Allegri manca un uomo gol ed è un problema, ma lo potrebbe trovare in gennaio. Il Milan dei giovani è da temere, tuttavia, forse è un po’ inesperto e poi, Ibrahimovic sta per compiere 40 anni; l’Atalanta è una bellissima squadra, però non so quanto possa competere per il vertice».

"Osimhen? Bravo ADL"

Ferlaino è incantato da Osimhen: «Un attaccante fortissimo, completo e ha soltanto 22 anni. Dico bravo a De Laurentiis che l’ha preso, battendo la concorrenza sul tempo e investendo una cifra enorme su di lui. L’anno scorso Osimhen ha giocato poco, ma lui appartiene alla categroia dei giocatori che fanno la differenza: è un bomber atipico, dotato di un grande scatto. No, non si possono fare paragoni con Careca e Giordano, erano giocatori diversi, Osimhen brucia i suoi avversari con il suo scatto prepotente. In contropiede, lui è micidale per gli avversari».

"Insigne ama Napoli"

E poi c’è Insigne. Pur avendo il contratto in scadenza, sta disputando una stagione ai massimi livelli. Lei pensa che resterà? «Insigne è in grande forma, è l’uomo in più del Napoli e della Nazionale. De Laurentiis è molto bravo e credo riuscirà a trovare un accordo con il Capitano. I contratti scadono, ma Insigne ama molto Napoli e non penso voglia andarsene».

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