Napoli, Spalletti: "Maradona ha lasciato un vuoto. Spartak? Non sono seri"

Il tecnico degli azzurri ritorna sul match coi russi e sulle defezioni contro la Lazio, ma non trascura di ricordare Diego, la cui statua sarà presente per la prima volta allo stadio
Napoli, Spalletti: "Maradona ha lasciato un vuoto. Spartak? Non sono seri"© www.imagephotoagency.it

NAPOLI - Alla vigilia del match contro la Lazio, in programma domenica allo Stadio Diego Armando Maradona alle 20.45, l'allenatore del Napoli Luciano Spalletti si presenta alla consueta conferenza stampa pre-partita per rispondere alle domande dei giornalisti: "Siamo in emergenza? Va bene ciò che si dice, ma facciamo delle precisazioni: la rosa è di un certo livello, già nelle prime partite era fuori Mertens per l'operazione, a centrocampo c'erano pochi per 3 partite ed abbiamo fatto ciò che volevamo. E' chiaro che da queste risposte si darà un'impronta al cammino che vogliamo fare. Noi però non dobbiamo dimostrare niente, innervosirci o avere cose da ribaltare, dobbiamo lavorare ogni giorno in maniera seria, quella è la soluzione", esordisce il tecnico toscano. 

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Spalletti: "Sconfitta a Mosca? Io primo imputato"

"Dobbiamo essere superiori a ciò che s'è proposto la volta precedente, senza farci condizionare. E' chiaro che se andiamo lì a Mosca, sapendo del clima del meteo e dello stadio, e poi subiamo una situazione di gioco dopo 30 secondi, il primo che deve fare un esame sul lavoro sono io. Bisogna capire ciò che arriva ai singoli calciatori, è più importante a volte un silenzio per ritrovare il comportamento anziché frasi fatte". Sul post-partita con i russi, che ha creato clamore soprattutto per la mancata stretta di mano finale con l'allenatore avversario: "In Russia ci sono stato, ci sono persone vere che hanno un comportamento serio. Ci sono società serie, che sanno stare nel calcio europeo, e poi c'è lo Spartak che può fare ciò che gli pare, è diverso dalle altre. A chi non mi saluta correttamente ad inizio partita, le offese si fanno di persone e non dai tweet o nelle conferenze. Si fa come si ho fatto io, di persona, ma interessa ad alcuni per dire che sono nervoso o altro, mentre ad altri non interessa a nessuno che i giocatori dell'Inter mi hanno abbracciato alla fine mentre tutti dicono che s'è fatta confusione nello spogliatoio, oltre ai dirigenti e gente che lavora dietro le quinte. Quello non è interessato a nessuno".

Spalletti: "Sarri avversario difficile"

Il Napoli si presenta al match contro la Lazio dopo due sconfitte consecutive: "La gara di domani assume un peso diverso perché veniamo da 2-3 risultati che non sono stati quelli che avremmo voluto e perché davanti abbiamo una squadra del nostro livello. Fa parte di quelle "sette proprietà del condominio" anche la Lazio, servirà una continua evoluzione, di dove vogliamo portare il nostro calcio e lavorare seriamente ogni giorno senza lasciarsi ribaltare da un risultato. Dentro ogni partita poi ci sono gli episodi che cambiamo bruscamente l'andamento delle cose, purtroppo è così anche se hai perso non significa che il lavoro è stato sbagliato". Su Ruiz e Insigne: "Sono a disposizione, hanno svolto l’intera seduta in gruppo, con grande intensità e sono pronti per partire dall'inizio". Su Sarri: "Avversario difficile, qui l'hanno visto come organizza il gioco collettivo, tenendo la squadra corta, con la ragnatela di passaggi stretti, la percezione di dove si può far male. Loro stanno anche bene per come si sono mostrati in settimana e sarà una partita vera, di livello".

"Maradona il più grande di tutti, riduttivo associarlo solo al calcio"

Il match con la Lazio vedrà anche per la prima volta lo statua di Maradona presente allo stadio: "Maradona è sempre nei pensieri dei calciatori, non solo dello sportivo per averlo ammirato, ma ci sono anche calciatori che vorrebbero ripercorrerne la grandezza, anche nelle canzoni che cantano. In ritiro in una cena sono venute fuori anche le canzone di Diego. In sintesi io dico che non importa capire se è stato un buon esempio o meno, il più grande numero 10 o no, ma ciò che è fondamentale è il vuoto che ha lasciato, la sensazione di spazio lasciato al niente, lo smarrimento totale che non si era mai visto nella storia del calcio. Ed è riduttivo parlare solo di storia del calcio, è stato il più grande di tutti, ci ho giocato una volta contro e ricordo benissimo cosa creò come difficoltà. Per capire la sua anima, va ascoltato quando cantava forse più che visto in campo. La grandezza è come faceva sentire gli altri, quanto li faceva diventare grandi".

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Osimhen? Giocatore unico ma con Petagna si lavora bene"

"Osimhen è un giocatore unico, ha tutte le qualità, caratteristiche, è completo, deve migliorare e raffinare la tecnica, ma poi le altre ce l'ha tutte, è difficile trovarne altri. Mertens tecnicamente e nel posizionamento non sbaglia, ma se deve fare uno strappo di 70 metri o saltare di testa e tenere palla è diverso, ma se gli capita una palla e tira la mette dove vuole. Si perdono delle caratteristiche, se ne prendono altri, ma conta essere al top per ciò che abbiamo in campo. Petagna ne ha altre ancora, siamo assortiti bene, per ora si lavora correttamente restando tranquilli".

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