Napoli da scudetto: dal risparmio ai successi

Così vince il progetto di De Laurentiis: addio ai senatori, contenimento degli ingaggi e una rosa duttile
Napoli da scudetto: dal risparmio ai successi© FOTO MOSCA

NAPOLI - «Voglio lanciare un messaggio: faremo di tutto per riportare a Napoli lo scudetto»: era il 30 maggio quando il presidente Aurelio De Laurentiis fece questo annuncio che lasciò tutti spiazzati, a cominciare da Lucuano Spalletti che era seduto al suo fianco in quella conferenza stampa organizzata per presentare la seconda fase del ritiro estivo, quello di Castel di Sangro. Un proposito fin troppo ambizioso prospettato nel periodo in cui il mondo Napoli era in subbuglio per gli addii eccellenti e per la qualità dei nuovi acquisti che generavano perplessità, anche nell’allenatore che ascoltò con stupore la parola “scudetto” in un periodo di grande rinnovamento per la squadra azzurra.

Abbassato il monte ingaggi

Sarà stato più bravo oppure più fortunato, non si può sapere, però il patron ha vinto nuovamente con la sua politica di abbassamento dei costi e di (apparente) ridimensionamento tecnico: uscirà trionfatore anche se il Napoli non riuscisse quest’anno a vincere il terzo scudetto della sua storia. Perché ha abbassato notevolmente il monte ingaggi (da 110 milioni ai 73 attuali) non ridimensionando la rosa, bensì rinforzandola addirittura. Oggi Spalletti può contare su 20 elementi intercambiabili, senza primedonne e senza che ci siano forti ripercussioni nelle sostituzioni: le ultime 5 vittorie tra campionato e Champions ne sono una dimostrazione pratica. Il Napoli in testa alla classifica di serie A e del gruppo A di Champions League non può essere considerato un caso: è il risultato di un progetto di scouting che permette all’allenatore in panchina di poter avere sempre un profilo tecnico di valore, anche quando questi viene a prendere il posto di uno dei leader in partenza. I casi Kvaratskhelia e Kim sono emblematici. Arrivati per sostituire due monumenti come Insigne e Koulibaly, non hanno sofferto il peso del confronto e hanno subito confermato le loro qualità anche in un campionato competitivo come quello italiano.

Coraggio e personalità

Sì, questo Napoli può vincere lo scudetto come e forse più di quello di un anno fa, grazie a tre qualità che emergono quest’anno: la programmazione del club, l’organizzazione del tecnico, il coraggio della squadra. E questa è la dote che spicca di più tra i calciatori di Spalletti, pronti a farsi ammazzare pur di non perdere la partita. Coraggio e personalità, come quella di Kvaratskhelia pur nulla intimidito dall’entrata durissima di Kjaer che ha ricevuto il giallo da Mariani. Anzi, si è sentito così ancora più forte per il trattamento ricevuto dal difensore danese, nei suoi dribbling e nelle sue accelerazioni, tanto che pure Calabria è finito nell’elenco degli ammoniti mentre il suo sostituto, Dest, ha commesso sul georgiano il fallo per il rigore con cui Politano ha sbloccato il risultato.

Aspettando Osimhen

Senza lo squalificato Osimhen l’attacco ha fatto più fatica ad andare al tiro, anche se Raspadori e Simeone hanno realizzato due gol pesanti a testa nelle ultime 3 gare. Il Cholito è andato a bersaglio contro il Liverpool 4 minuti dopo aver preso il posto del nigeriano e a Milano ha realizzato il gol-vittoria 12 minuti dopo il suo ingresso in campo, mentre l’ex Sassuolo ha regalato il successo al Napoli contro lo Spezia a tempo ormai scaduto e a Glasgow ha realizzato lo 0-2 dopo 7 minuti dal suo utilizzo. Ma nel Napoli ci sono anche altri rinforzi che avranno il loro spazio, anche se hanno già avuto modo di farsi notare partecipando agli 11 gol messi a segno dai volti nuovi sui 22 complessivi della squadra. Però, bisognerà aspettare ancora per rivedere in campo Osimhen, alle prese con una lesione al bicipite femorale destro dalla sfida contro il Liverpool, con la speranza di utilizzarlo per qualche minuto il 4 ottobre ad Amsterdam in Champions contro l’Ajax e certamente dal primo minuto il 9 ottobre in casa della Cremonese.

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