De Laurentiis: "Serie A portata avanti da 6-8 club, tutto il resto è fuffa"

Le parole del presidente del Napoli sulla situazione del calcio italiano, con la possibile diminuzione delle squadre iscritte al campionato

Aurelio De Laurentiis è stato protagonista in un incontro svolto in Senato sul futuro e le possibili riforme del calcio italiano. Il presidente del Napoli ha discusso di vari temi, tra cui il più discusso sulla possibilità di diminuire il numero delle squadre iscritte al campionato di Serie A: "La Lega non avrà mai la forza di ridurre il numero delle squadre, lo deve fare il governo che deve prendere atto che dai prossimi campionati il numero delle squadre deve essere X e non Y, perché non ci sono i fatturati possibili per giustificarne l’esistenza".

Napoli, De Laurentiis: "6-8 squadre portano avanti la Serie A"

De Laurentiis ha quindi rimarcato il concetto spiegando quella che è la situazione attuale della Serie A: "Questo campionato è portato avanti da 6, massimo 8 società e c’è bisogno che il governo lo capisca, tutto il resto è fuffa. Noi vorremmo che il governo stabilisse un voto ponderale a favore delle 6-8 società che sono determinanti per la costituzione di un campionato, perché altrimenti lo stesso non si reggerebbe in piedi. Non possiamo continuare noi 6-8 società ad accumulare debiti. Noi del Napoli abbiamo chiuso il bilancio con un utile di 83 milioni, ma con quale fatica? Non potendo investire sull’impiantistica, sui vivai, dovendo esistere in un coacervo politico difficile come quello del Sud, non certo aiutato da quelli del Nord. Queste 6-8 società con la maggioranza creerebbero quei presupposti di maggiore economicità della quale beneficerebbero anche le squadre minori che però si devono fidare perché sennò creano sempre un ostacolo per una mollica in più".

De Laurentiis: "Questione stadi inconcepibile"

Il patron del Napoli si è quindi espresso sulle difficoltà di costruire nuovi impianti sportivi in Italia: "Noi non abbiamo stadi e infrastrutture e si è fatta una legge per accelerare, ma è tutto da vedere perché poi quando passa in mano alla politica locale c’è il burocratese. Per investire negli stadi bisogna vedere anche un ‘cleaning' delle tifoserie. In Inghilterra gli hooligans sono stati messi fuori. Da noi abbiamo tifoserie condizionanti che possono dettare leggi limitative sul piano della frequentabilità dello stadio. Quando ho posto il problema ai politici sono rimasto basito, mi è stato detto: ‘Guardi le tifoserie vanno allo stadio e non le possiamo governare perché rappresentano voti'. Questo è gravissimo, rappresenta un’ammissione di debolezza dello Stato e significa anche ammettere la delinquenza. È inconcepibile".

De Laurentiis: "Procuratori male del calcio, sono da eliminare"

Infine De Laurentiis ha spiegato uno dei più grandi problemi secondo il suo punto di vista del mondo del calcio: "Bisognerebbe eliminare i ricatti dei procuratori che sono la vera problematica del sistema calcio per l’indebitamento. Fanno innalzare e lievitare i costi dei vari calciatori. Come si combattono? Allungando per legge la possibilità di fare contratti, da almeno di 8 anni in modo tale che dopo i primi due anni il procuratore non va da altri club per far salire il salario previsto inizialmente per quel calciatore. Non bisognerebbe dare poi la possibilità ai club di essere procuratori dei calciatori, allora il problema si risolverebbe. Non ci sarebbero situazioni illegali, di cui sentiamo parlare senza prove concrete, all’estero".

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Milan, Scaroni: "Decreto Crescita da ripristinare"

Anche Paolo Scaroni, presidente del Milan, è intervenuto all'incontro per spiegare la posizione del club rossonero: "È stato fatto qualcosa sulla pirateria, ma si può fare di più. Dobbiamo bandirla dai nostri diritti televisivi. Sono stati eliminati i benefici fiscali come il Decreto Crescita e questo ci ha creato un danno colossale. E' stata una decisione incomprensibile visto che l’unico beneficio che il calcio italiano aveva era la possibilità di attrarre talenti mondiali e ci è stato eliminato. Mi auguro che venga ripristinato". Quindi un passaggio sugli stadi: "Servirebbero provvedimenti legislativi, anche se sono un po’ scettico visto che viviamo in un Paese dove le minoranze, anche minuscole ma rumorose, sono capaci di bloccare tutto. Il fatto che nella Figc, la Serie A, che paga il conto di tutto e tutti, conti pochissimo, in primis è sbagliato e poi porta degli attriti fra noi e la Federazione".

Infine il presidente rossonero ha fatto un'ultima richiesta al Governo: "Bisogna risolvere il problema delle scommesse. Non ha senso che il mondo scommetta sul calcio e noi non abbiamo nessun beneficio. È stato il Parlamento italiano in passato che ci ha impedito di partecipare a questi ricavi e questo Parlamento può cambiare questa politica dissennata. Per cambiare tutto questo c’è bisogno di loro altrimenti non si cambierà nulla. La Serie A è sotto rappresentata, mentre tutti quelli che sono i beneficiari dei nostri soldi (LND, B, C, arbitri e calciatori) sono più rappresentati. Inoltre, è impossibile che la Lega rappresenti all’estero, e non solo, i sei-otto club più grandi. Pensare che noi riusciamo ad autoriformarci all’interno della Lega è del tutto illusorio con la governance che abbiamo".

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Aurelio De Laurentiis è stato protagonista in un incontro svolto in Senato sul futuro e le possibili riforme del calcio italiano. Il presidente del Napoli ha discusso di vari temi, tra cui il più discusso sulla possibilità di diminuire il numero delle squadre iscritte al campionato di Serie A: "La Lega non avrà mai la forza di ridurre il numero delle squadre, lo deve fare il governo che deve prendere atto che dai prossimi campionati il numero delle squadre deve essere X e non Y, perché non ci sono i fatturati possibili per giustificarne l’esistenza".

Napoli, De Laurentiis: "6-8 squadre portano avanti la Serie A"

De Laurentiis ha quindi rimarcato il concetto spiegando quella che è la situazione attuale della Serie A: "Questo campionato è portato avanti da 6, massimo 8 società e c’è bisogno che il governo lo capisca, tutto il resto è fuffa. Noi vorremmo che il governo stabilisse un voto ponderale a favore delle 6-8 società che sono determinanti per la costituzione di un campionato, perché altrimenti lo stesso non si reggerebbe in piedi. Non possiamo continuare noi 6-8 società ad accumulare debiti. Noi del Napoli abbiamo chiuso il bilancio con un utile di 83 milioni, ma con quale fatica? Non potendo investire sull’impiantistica, sui vivai, dovendo esistere in un coacervo politico difficile come quello del Sud, non certo aiutato da quelli del Nord. Queste 6-8 società con la maggioranza creerebbero quei presupposti di maggiore economicità della quale beneficerebbero anche le squadre minori che però si devono fidare perché sennò creano sempre un ostacolo per una mollica in più".

De Laurentiis: "Questione stadi inconcepibile"

Il patron del Napoli si è quindi espresso sulle difficoltà di costruire nuovi impianti sportivi in Italia: "Noi non abbiamo stadi e infrastrutture e si è fatta una legge per accelerare, ma è tutto da vedere perché poi quando passa in mano alla politica locale c’è il burocratese. Per investire negli stadi bisogna vedere anche un ‘cleaning' delle tifoserie. In Inghilterra gli hooligans sono stati messi fuori. Da noi abbiamo tifoserie condizionanti che possono dettare leggi limitative sul piano della frequentabilità dello stadio. Quando ho posto il problema ai politici sono rimasto basito, mi è stato detto: ‘Guardi le tifoserie vanno allo stadio e non le possiamo governare perché rappresentano voti'. Questo è gravissimo, rappresenta un’ammissione di debolezza dello Stato e significa anche ammettere la delinquenza. È inconcepibile".

De Laurentiis: "Procuratori male del calcio, sono da eliminare"

Infine De Laurentiis ha spiegato uno dei più grandi problemi secondo il suo punto di vista del mondo del calcio: "Bisognerebbe eliminare i ricatti dei procuratori che sono la vera problematica del sistema calcio per l’indebitamento. Fanno innalzare e lievitare i costi dei vari calciatori. Come si combattono? Allungando per legge la possibilità di fare contratti, da almeno di 8 anni in modo tale che dopo i primi due anni il procuratore non va da altri club per far salire il salario previsto inizialmente per quel calciatore. Non bisognerebbe dare poi la possibilità ai club di essere procuratori dei calciatori, allora il problema si risolverebbe. Non ci sarebbero situazioni illegali, di cui sentiamo parlare senza prove concrete, all’estero".

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