Finalmente è finita. Dopo 37 partite di campionato, 8 di Champions League, una di Coppa Italia e 2 di Supercoppa, con un bilancio di 17 vittorie, 15 pareggi e 16 sconfitte, il Napoli saluterà contro il Lecce la stagione con lo scudetto sulle maglie, ma anche la più deludente dell’era De Laurentiis. Un commiato amaro da celebrare davanti al pubblico dello stadio Maradona, passato dall’euforia per il grande trionfo allo sconforto dell’attuale decimo posto, un pubblico che oggi potrà applaudire chi ha dato un contributo importante ai successi del Napoli. A cominciare da Osimhen che lascerà il club azzurro in cambio dei 130 milioni previsti dalla clausola, ma che ancora non è chiaro chi sarà a pagarla: il Psg sembrerebbe interessato ad investire una somma così alta più per Kvaratskhelia che per il nigeriano.
La variabile Osimhen
Oltre ad Osimhen si è aggiunto di recente anche il capitano Di Lorenzo che avrebbe manifestato al ds Manna il desiderio di continuare la sua carriera altrove. Tornerà in Slovacchia il tecnico Calzona, forse la delusione più grande per il presidente De Laurentiis per non essere riuscito a portare il Napoli lì dove aveva promesso di fare: in zona Champions League. E da domani la panchina azzurra sarà vacante, probabilmente solo per pochi giorni ancora. Da vedere, intanto, se in extremis il Napoli sarà riuscito a superare il Torino in classifica, così da sperare ancora nella Conference (se poi la Fiorentina vincerà la finale di mercoledì contro l’Olympiacos).