"Nel lavoro di Conte la cosa più importante è il motto 'amma faticà'. Vuol dire faticare tutto il giorno e fare ciò che ti chiede. All’inizio però è stata dura per tutti". Sono le parole di Giovanni Simeone, che intervenuto a Radio CRC ha rispoto sull'andamento in campionato del Napoli e sull'impatto di Antonio Conte alla guida dei partenopei. Gli azzurri guidano la classifica con 16 punti, 14 gol fatti e 5 subiti. Numeri che raccontano di un riscatto della squadra arrivato subito dopo l'esordio shock contro il Verona. Al prossimo impegno stagionale, il Napoli - reduce dal successo interno contro il Como - scenderà in campo al Castellani contro l'Empoli di Roberto D'Aversa nell'incontro in programma domenica 20 ottobre alle ore 12.30.
Simeone: "Al Napoli amma faticà"
"Napoli rigenerato? Non so se sia la parola giusta, forse lo si dice in giro: iniziare bene con un allenatore molto capace e con tanta esperienza ci ha dato molta forza e fiducia, abbiamo trovato calciatori nuovi che ci danno una grandissima mano. Iniziare bene è stata la chiave del momento che stiamo attraversando - ha dichiarato l'attaccante classe '95 - La cosa più importante del motto 'Amma faticà' è entrare nella mentalità del mister: devi faticare davvero tutto il giorno per fare ciò che ti chiede, nel momento in cui entri nella sua mentalità il corpo si adatta velocemente al lavoro che vuole fare. All’inizio però è stata dura, soprattutto nei ritiri. Il mister vuole cambiare sempre lo stile in base alle qualità dei giocatori: ognuno è diverso dall’altra, quindi la squadra è forte perché non ha una sola strategia bensì tante. Questo crea difficoltà agli avversari e a noi dà forza per trovare nuove soluzioni in base al mister e all’avversario. Questa cosa è bella e interessante, per noi calciatori è bello cambiare perchè così sfruttiamo tutte le idee del mister".
Simeone: "Conte ricorda mio padre"
"Lukaku mi ha colpito molto, come calciatore lo conosciamo da anni, ma come persona è un intelligente compagno di squadra, aiuta sempre gli altri. Questo lo rende un leader oltre che un grande calciatore. Posso dire che anche Neres, McTominay e Gilmour sono arrivati con la forza di voler aiutare i compagni. Abbiamo una bella squadra, dovremmo affrontare tante sfide per capire il nostro livello: siamo in crescita, la squadra ha sempre qualcosa da migliorare ed il mister aiuta i calciatori a trovarsi il meglio possibile in campo. La squadra è forte, i giocatori lo sono, e per arrivare lontano bisogna giocare di gruppo. Il mister ha una mente al cento per cento concentrata sul Napoli, mi ricorda molto papà Diego perché ha passione per il calcio ed il gioco nella testa: vede tutto, intuisce, e questo deriva dall’esperienza e dal vedere tante ore di calcio. Così capisci quando attaccare e quando difendere, sono le doti di un allenatore forte.