Primato Napoli: le conquiste a casa degli altri, le sorprese e Danilo...

A Firenze il settimo successo in trasferta per la squadra di Conte: grande merito va al reparto difensivo. La situazione tra rinnovi e mercato

NAPOLI - Anno nuovo, nuova vittoria: è la quarta di fila (dopo il ko con la Lazio) per il Napoli di Conte che, ormai si è capito, non compete per obiettivi minimi. Il successo contro la Fiorentina, il primo contro una delle squadre nelle prime cinque posizioni della classifica, ha lanciato in vetta la squadra di Conte: primato in solitaria, per la prima volta dalla quattordicesima giornata. Forse nemmeno don Antonio si sarebbe aspettato di ritrovarsi con 44 punti al giro di boa. Un traguardo che nell’era De Laurentiis rappresenta un record - condiviso con Ancelotti - per gli allenatori al loro primo anno: Sarri aveva chiuso il girone di andata con 41 punti, mentre Spalletti si era fermato a 39. Negli ultimi cinque anni la media punti delle squadre, che poi hanno vinto il campionato, al termine del girone di andata si è attestata a 46. Questo primato è stato costruito dal Napoli con un ruolino di marcia in trasferta impressionante: sette vittorie, due pareggi (uno a San Siro contro l’Inter e l’altro contro la Juventus a Torino) e una sola sconfitta, subita all’esordio contro il Verona.

Gruppo coeso e resiliente

Le fondamenta, però, nascono dal reparto difensivo: gli azzurri hanno mantenuto la porta inviolata in sei delle prime dieci gare esterne di Serie A per la prima volta negli ultimi trentasei anni (stagione 1988-1989). «È stata una vittoria importante perché avevamo qualche assenza. Bisogna fare i complimenti a ragazzi come Juan Jesus e Spinazzola» ha commentato Stellini, vice di Conte, al termine della gara. E il tecnico salentino da Firenze, oltre ai tre punti, si porta a casa anche una rinnovata consapevolezza di avere a disposizione un gruppo coeso e resiliente, capace di vincere anche senza pedine fondamentali come Buongiorno, Kvaratskhelia e Politano. Juan Jesus, che ha vissuto un esordio shock contro il Verona e aveva visto il suo minutaggio in Serie A ridotto a zero, ha saputo rivelarsi decisivo. Nelle ultime tre partite, con lui in campo, il Napoli ha conquistato 9 punti, incassando solo un gol contro il Genoa. Una situazione fac-simile è quella di Spinazzola, la mossa a sorpresa - vincente - di Conte. L’esterno, arrivato in estate a parametro zero, ha trovato poco spazio e prima del match di sabato aveva solo 269 minuti in 11 gare di campionato, con una media di appena 24 minuti a partita. Eppure, nel match di sabato ha dimostrato al tecnico salentino di essere un’arma in più, grazie alla sua versatilità che gli consente di ricoprire qualsiasi ruolo sulla fascia sinistra.

E ora Danilo

E adesso cosa succede sul mercato? Conte è stato chiaro sin dal primo momento: «Io con i miei ragazzi andrei in guerra sportiva». La dirigenza e il tecnico sono convinti della competitività della squadra per la corsa scudetto e sono pronti a intervenire solo in caso di opportunità vantaggiose. Danilo, attualmente ai margini del progetto con la Juventus, resta un obiettivo concreto per il ds Manna, ma la Juve chiede 3 milioni, mentre il Napoli è disposto ad offrire la metà. Nel frattempo, è stato bloccato il trasferimento di Rafa Marin, sul quale c’è l’interesse del Villarreal. La dirigenza azzurra è particolarmente attiva sul fronte dei rinnovi: manca solo l’ufficialità per il prolungamento del contratto di Meret fino al 2027, mentre si sta trattando con l’entourage di Lobotka per un ulteriore anno, con l’adeguamento dell’ingaggio. Anno nuovo e vecchie abitudini: Don Antonio in testa alla classifica.

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