Una gara dai mille significati, non solo in ottica lotta Scudetto. Antonio Conte in conferenza stampa presenta la gara di sabato, dove col suo Napoli al Maradona sfiderà la Juve. Sono 16 gli anni vissuti dal tecnico salentino in bianconero, in quella che inevitabilmente sarà una sfida dal sapore diverso. Di fronte ci sarà una squadra, quella bianconera, ancora imbattuta in campionato. Dalla sfida al suo passato passando per il mercato e il percorso nel club azzurro, tanti i temi toccanti in sala stampa da Conte.

Conte e la sfida alla Juve
Al tecnico viene chiesto se reputa migliore il Conte di ora o quello che arrivò alla Juve 14 anni fa: “Sono arrivato nel 1991 alla Juventus, non mi togliete la giovinezza (ride, ndr). Sono passati 14 anni da quando arrivai alla Juve da allenatore, che dire: ho trascorso 16 anni tra calciatore e tecnico con la Juventus, gran parte della mia vita calcistica l’ho trascorsa alla Juve, sicuramente per me è stata una grandissima esperienza e un grande insegnamento sotto tutti i punti di vista. Conte di oggi più bravo di quello di ieri? Cerco di essere migliore non solo rispetto ai tempi della Juventus, ma anche rispetto a 24 ore fa. Dobbiamo cercare di migliorarci quotidianamente, deve essere uno stimolo: mi sento una persona molto più completa, anche perché ho anche 55 ora, ho avuto esperienze importanti all’estero ma anche come CT, son passato da squadre importanti. Inevitabilmente nel tuo percorso immagazzini esperienza, e oggi se vuoi rimanere in scia devi continuare a studiare, ad evolverti, ad essere migliore rispetto a ieri sia dal punto di vista della psicologia coi ragazzi, che nei rapporti umani con le persone che lavorano nel club, e chiaramente non ti devi sentire mai appagato, devi cercare l’eccellenza, cerco sempre di farla. È la passione che mi spinge a farlo, che brucia energie fisiche e nervose”.
L'obiettivo dichiarato da Conte per quest'anno era quello di dare fastidio, ma cosa serve al Napoli per spingersi oltre? “Serve fare il percorso, serve continuare ciò che abbiamo iniziato. Non possiamo pensare di essere alla fine dopo 6 mesi, sarebbe non dare reale valore al tempo e al lavoro. Bisogna aspettare e proseguire questo percorso, che ci auguriamo che sia quanto più lungo possibile. Cosa manca? Mancano delle cose, non sto qui a sottolineare cosa manca: siamo all’inizio, anche se il percorso è stato spedito fino ad ora, ma non ti puoi alzare dall’oggi al domani e dire che oggi sei pronto a vincere. Questo manca. Detto ciò lavoriamo cercando di ottimizzare, di tirare fuori il meglio da tutti noi. Ma ribadisco: sarà per un pizzico di esperienza che ho, voglio andare sempre molto cauto. So che abbiamo bisogno di altri step, ci vogliono tempo e pazienza, che piaccia o non piaccia. Dico sempre la verità, altrimenti preferisco star zitto: ognuno può dire quel che vuole, ma sono cose soggettive che vengono dall’esterno. Io che sono all’interno dico che mancano ancora degli step per dire: ok, ci siamo”. Il tecnico torna poi sulla sfida alla Juve...