Leoni, Mohamed e gli altri: il giovane Parma è diventato grande

I successi contro Lazio e Milan, i pareggi con Juve e Fiorentina: ecco la castiga big del campionato

Chiamatelo pure l’ammazzagrandi. Il Parma targato Fabio Pecchia si esalta, infatti, contro le big: battute Lazio e Milan; mentre a Juventus e Fiorentina sono stati imposti dei pareggi dopo aver sfoderato prestazioni di alto livello. Mica male per una neopromossa. L’Inter (avversaria venerdì a San Siro) è avvisata. Il tutto all’insegna della linea verde, visto che i ducali sono la squadra più giovane della Serie A e schierano, costantemente, otto-nove undicesimi nati dopo il primo gennaio 2000. Tanto da avere un’età media di 23 anni e 6 mesi: in Europa solo Strasburgo e PSG vantano organici più giovani. Nessuno come il Parma in Italia che domenica al Tardini, nel successo contro la Lazio, vantava come calciatore “più anziano” in campo il ventiseienne Dennis Man. Al suo fianco un manipolo di talenti emergenti, che Pecchia sta svezzando e valorizzando senza guardare la carta d’identità. Addirittura impostando la difesa sulla coppia Balogh (classe 2002)-Leoni (2006), la più giovane in assoluto del campionato.

Le big guardano in casa Parma

Quarant’anni in due eppure sul campo non si vede la mancanza di esperienza. Anzi, entrambi giocano con la maturità dei veterani. Non a caso l’ungherese ha già attirato le attenzioni di un paio di club di Premier League. Al lavoro di Pecchia va sommato il coraggio sul mercato del ds Pederzoli, che ad agosto ha puntato su Leoni, versando 8 milioni (bonus inclusi) alla Samp per battere la concorrenza di Inter e Napoli. Pure tra i pali c’è un giovanissimo come il giapponese Suzuki (22 anni), che piaceva al Chelsea. Il Parma, però, ha vinto la concorrenza dei grandi club, assicurando a questi talenti la possibilità di giocare con continuità. Lo step ideale per esplodere. A proposito dei gioielli parmigiani appetiti delle big: il Napoli ha messo gli occhi sul centravanti Ange-Yoan Bonny (classe 2003), anche se il Presidente Krause non intende ascoltare proposte per i propri gioielli a gennaio. Se ne riparlerà, eventualmente, in estate. Occhio poi all’ultima stellina messasi in luce con la maglia crociata. Quell’Anas Haj Mohamed che alla prima da titolare in A ha subito lasciato il segno, realizzando una rete spettacolare a Provedel.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mohamed, il talento azzurro che si ispira a Neymar

Il modo migliore per bagnare l’esordio dal primo minuto nella massima serie. Il classe 2005 si ispira a Neymar e fa parte dei cosiddetti italiani di seconda generazione, visto che è nato a Chieti da genitori (papà tunisino Taieb e mamma marocchina Siham) approdati in Italia a caccia di fortuna nei primi anni Duemila. Un talento che non passa inosservato fin da quando militava nelle giovanili, tanto che la federazione tunisina l’ha fatto esordire appena diciottenne per anticipare la concorrenza del Marocco ed evitare che l’Italia potesse chiamarlo (l’avevano allertato per l’Europeo Under 19). Senza dimenticare il grande assente Bernabè (nato nel 2001): il regista ex Manchester City aveva attirato le attenzioni di Inter e Atletico Madrid prima di infortunarsi. Rientrerà a gennaio e riaverlo a disposizione varrà come un colpo di mercato per gli emiliani. Lo Young Parma domenica ha realizzato pure un record. Quella schierata contro la Lazio era la formazione titolare più giovane in Serie A nell’era dei 3 punti a vittoria (22 anni e 259 giorni), nonché il secondo undici con l’età media più bassa nella massima serie dopo quello del Torino, fatalità del destino, sempre contro la Lazio nel maggio 1996 (22 anni e 248 giorni).

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Chiamatelo pure l’ammazzagrandi. Il Parma targato Fabio Pecchia si esalta, infatti, contro le big: battute Lazio e Milan; mentre a Juventus e Fiorentina sono stati imposti dei pareggi dopo aver sfoderato prestazioni di alto livello. Mica male per una neopromossa. L’Inter (avversaria venerdì a San Siro) è avvisata. Il tutto all’insegna della linea verde, visto che i ducali sono la squadra più giovane della Serie A e schierano, costantemente, otto-nove undicesimi nati dopo il primo gennaio 2000. Tanto da avere un’età media di 23 anni e 6 mesi: in Europa solo Strasburgo e PSG vantano organici più giovani. Nessuno come il Parma in Italia che domenica al Tardini, nel successo contro la Lazio, vantava come calciatore “più anziano” in campo il ventiseienne Dennis Man. Al suo fianco un manipolo di talenti emergenti, che Pecchia sta svezzando e valorizzando senza guardare la carta d’identità. Addirittura impostando la difesa sulla coppia Balogh (classe 2002)-Leoni (2006), la più giovane in assoluto del campionato.

Le big guardano in casa Parma

Quarant’anni in due eppure sul campo non si vede la mancanza di esperienza. Anzi, entrambi giocano con la maturità dei veterani. Non a caso l’ungherese ha già attirato le attenzioni di un paio di club di Premier League. Al lavoro di Pecchia va sommato il coraggio sul mercato del ds Pederzoli, che ad agosto ha puntato su Leoni, versando 8 milioni (bonus inclusi) alla Samp per battere la concorrenza di Inter e Napoli. Pure tra i pali c’è un giovanissimo come il giapponese Suzuki (22 anni), che piaceva al Chelsea. Il Parma, però, ha vinto la concorrenza dei grandi club, assicurando a questi talenti la possibilità di giocare con continuità. Lo step ideale per esplodere. A proposito dei gioielli parmigiani appetiti delle big: il Napoli ha messo gli occhi sul centravanti Ange-Yoan Bonny (classe 2003), anche se il Presidente Krause non intende ascoltare proposte per i propri gioielli a gennaio. Se ne riparlerà, eventualmente, in estate. Occhio poi all’ultima stellina messasi in luce con la maglia crociata. Quell’Anas Haj Mohamed che alla prima da titolare in A ha subito lasciato il segno, realizzando una rete spettacolare a Provedel.

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