Garcia, che tormentone: la Roma è inquieta

La sconfitta con il Bate ha riacceso le voci d’esonero, ma il contratto da 7 milioni lo blinda
Garcia, che tormentone: la Roma è inquieta© www.imagephotoagency.it

ROMA - Mezz'ora per veder confermati errori (tattici, tecnici, legati alla preparazione e al mercato) parzialmente sottaciuti. Un tecnico, tal Yermakovich (40 enne, ex modesto centrocampista dell'Ataka-Aura Minsk e del Bate Borisov), che con poche mosse riesce a mettere sotto scacco una squadra che ha il secondo monte ingaggi (113 milioni) della serie A. Un altro, Sacchi, che nello studio di Mediaset già alla lettura delle formazioni di Bate Borisov-Roma palesa immediatamente delle perplessità sull'undici giallorosso: «Mi sembra una squadra troppo sbilanciata. Già la Roma per caratteristiche è una squadra lunga, con Iturbe-Salah-Gervinho rischierà molto sulle ripartenze avversarie», il concetto dell'Arrigo nazionale. Detto, fatto: dopo trenta minuti in Bielorussia grandina. Un terzo, Garcia, che nel giro di 45 minuti parte con un modulo (4-3-3), poi lo trasforma nel 4-1-4-1 ma sotto di tre reti prima passa al 4-2-3-1 e poi al 4-2-4 (sostituendo Vainqueur e inserendo Iago Falque, che non figurava nemmeno nella lista dei convocati).

Non contento, dopo i 6 minuti finali del primo tempo, al rientro dagli spogliatoi, torna al 4-2-3-1 mettendo (finalmente) i calciatori nel loro ruolo. Una squadra, che in una delle tre gare dove si deciderà la qualificazione al prossimo turno, schiera (complice anche gli infortuni) quattro giocatori fuori ruolo. O se preferite, adattati: Florenzi terzino destro, De Rossi centrale difensivo in una difesa a quattro, Iturbe centravanti e Nainggolan regista. Senza contare Vainqueur (classico mediano) alto a destra per una decina di minuti nel 4-2-3-1: altrimenti il totale sale a cinque. Un calciatore, Florenzi, che a caldo nel post-gara lancia un'autocritica («Noi giocatori abbiamo preparato malissimo questa partita, non siamo entrati in campo con la testa giusta») che non può non coinvolgere Garcia (chi se non l'allenatore, ci deve pensare?) per poi ribadire con 24 ore di ritardo cose abbastanza ovvie e scontate: «Se tra la squadra e lui c'è ancora la giusta empatia? Assolutamente sì. Sono tre anni che ci guida, abbiamo piena fiducia nel tecnico, così come Garcia ce l'ha in noi». Il giovane Soleri, diciotto anni ancora da compiere, che viene buttato nella mischia nel finale senza aver mai giocato un minuto in prima squadra.

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