Elogio di Eusebio Di Francesco

Elogio di Eusebio Di Francesco© Marco Canoniero

James Joseph Pallotta compirà 61 anni fra cinque giorni. Il 27 agosto 2012 è stato nominato nuovo presidente dell’As Roma, prendendo il posto di Thomas DiBenedetto e diventando il ventitreesimo nella storia del club. L’esonero di Eusebio Di Francesco e il ritorno di Claudio Ranieri segnano il nono cambio in panchina negli ultimi nove anni e mezzo; mediamente, ogni tecnico ha resistito per undici mesi alla guida dei giallorossi. Ranieri è il settimo allenatore dell’era americana e il sesto personale di Pallotta in sei anni e sette mesi di gestione from Boston via Londra. Decisamente un presidente Usa e getta, anche per quanto riguarda le cessioni eccellenti che hanno scandito questi anni di luminose plusvalenze direttamente proporzionali alle cocenti delusioni procurate ai sostenitori giallorossi, la cui squadra non vince lo scudetto dal 2001, non conquista la Coppa Italia dal 2008, non esulta per una Supercoppa italiana dal 2007.

Chiudete gli occhi e mandate in campo questa Roma: Alisson Becker; Antonio Rudiger, Marquinhos, Mehdi Benatia, Romagnoli; Radja Nainggolan, Kevin Strootman, Miralem Pjanic, Leandro Paredes; Mohamed Salah, Erik Lamela. Senza dimenticare Emerson Palmieri. Provate a immaginare quanto sarebbe forte questa Roma che non c’è. All’indomani del furto subito a Oporto, grazie allo sfondone di Cakir, Pallotta ha licenziato il signore che nel 2018 aveva portato i giallorossi in semifinale di Champions dopo un’assenza di 34 anni. Esonerando Di Francesco, il presidente ha segnato un altro autogol. Per giunta, nella porta dei propri tifosi che, come leggete in questa pagina, un’idea dell’attuale momento se la sono fatta. La verità è semplice: se in estate smonti la squadra arrivata terza in Serie A e fra le prime quattro in Europa, vendendone la spina dorsale, sette mesi dopo non puoi pretendere di essere ancora protagonista in Serie A e in Europa.

Eppure. Eppure Eusebio merita ogni elogio per la sua bravura, per la sua pazienza, per la sua perseveranza. Zaniolo, Cristante, Lorenzo Pellegrini, El Shaarawy hanno il presente e il futuro in pugno; Florenzi, le cui lacrime portoghesi hanno confermato ancora una volta che cosa intenda per attaccamento alla maglia, incarna il romanismo di Totti e De Rossi. Già, Totti. A Oporto, prima della partita, ha pronunciato parole degne di un vero presidente. Anche e, soprattutto, nei confronti di Eusebio. Ma, ieri, Pallotta non l’ha ascoltato. Bad mistake, pessimo errore.

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