Roma, Ranieri: «De Rossi? Io l’avrei confermato. Non so quali siano i progetti di Pallotta»

Il tecnico ex Juventus ha parlato dell'addio del capitano giallorosso: «Daniele è un allenatore in campo: gli puoi parlare e lui ragiona per il bene della squadra. Sono questi i leader che vogliono gli allenatori»
Roma, Ranieri: «De Rossi? Io l’avrei confermato. Non so quali siano i progetti di Pallotta»© LAPRESSE

ROMA - La Roma scenderà in campo sabato al Mapei Stadium di Reggio Emilia per la penultima giornata di campionato contro il Sassuolo. I giallorossi sono in piena lotto per un posto in Champions League, ma a fare notizia sono state le dichiarazioni di capitan De Rossi, che ha annunciato il suo addio alla Roma dopo l'ultima giornata all'Olimpico contro il Parma.

Stamane Claudio Ranieri è voluto tornare sulla vicenda: «Se fossi rimasto e mi avessero chiesto se confermare o meno De Rossi io avrei risposto di si. Perchè so che giocatore è, che uomo è, che capitano è. Ci sono vari leader: i leader per la società, per i giornalisti, per i tifosi, per i social, e ci sono quelli per l'allenatore. Daniele è un allenatore in campo: gli puoi parlare e lui ragiona con una mentalità non di ego fine a stesso ma per il bene della squadra, sono questi i leader che vogliono gli allenatori».

Il tecnico ex Juventus ha poi contestato le modalità in cui è stata trattata la vicenda dalla società: «Per una figura così importante come il capitano della Roma, vedendo l'amore sviscerato dei tifosi per la propria squadra, una considerazione più attenta avrebbe consigliato un altro comportamento. Io non so quali siano i progetti per il futuro di Pallotta, non hanno parlato con me, non so che programmi ci saranno. Ma credo che in ogni società di calcio ci sono dei ricambi, ci sta».

«In Italia - continua l'allenatore giallorosso - altre squadre hanno perso dei grossi punti di riferimento ma a Daniele, forse, andava detto in un'altra maniera e dargli modo di pensare bene e invece in questo modo non gli è stato dato. Ma è una legge del calcio, a un certo punto una società vuole cambiare giocatori».

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