De Rossi: "Addio alla Roma devastante. Totti? Litigate e risate"

L'ex capitano giallorosso si racconta in una lunga intervista a Gq: "Il ritiro? Quando sto bene potrei ancora giocare a buon livello, ma non succede quasi mai. Il mio fisico è logoro"
3. Roma - 499 gare | Recordman: Daniele De Rossi© www.imagephotoagency.it

ROMA – “Quelli dell'addio a Buenos Aires sono stati giorni tristi, ma la vera batosta è stato l'ultimo giorno a Trigoria. Uscendo dalla mia camera per andare allo stadio Olimpico ho pensato: è l'ultima volta che chiudi questa porta. E lì mi è parso di tremare. Devastante”. In un'intervista al mensile GQ Daniele De Rossi torna sul suo addio alla Roma e sulla sua decisione di chiudere la carriera in Argentina: “Di offerte per continuare a giocare in Serie A ne avevo parecchie, ma non ho voluto aggiungere un'altra maglia italiana a quella della Roma, mi pareva di sprecare una storia bellissima - ha proseguito - il Boca è sempre stato un sogno, per me è stato un onore”.

De Rossi: "Il mio fisico è logoro"

L'ex centrocampista ha poi spiegato i motivi del suo addio: “Quando sto bene sarei ancora in grado di giocare nella Roma, nel Boca, ma non succede quasi mai. Ho 36 anni, il fisico è logoro, di soldi ne ho abbastanza: meglio tornare. Si è parlato di gravi problemi di mia figlia Gaia. Non c'è nulla di particolare. Semplicemente ha 14 anni ed è normale che abbia bisogno di avere il papà vicino. Siccome si sa che il rapporto fra me e sua madre ha vissuto momenti faticosi, qualcuno si è immaginato chissà che”.

Il rapporto tra De Rossi e Totti

L'ex capitano della Roma si è poi soffermato sul suo rapporto con Totti: “Abbiamo giocato vent'anni assieme, ci siamo abbracciati dopo i gol, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate, è capitato di non parlarci per un mese, pure l'anno scorso, ma poi è sempre finita a risate - ha raccontato - Vita vera, non recitata”. Infine una battuta sul suo futuro, magari in panchina: “Al settore giovanile c'è mio padre, perché i rapporti col club comunque non li ho persi, perché al termine del corso che intendo fare potrò allenare in terza serie oppure una Primavera, vediamo - ha evidenziato - un futuro da allenatore in prima squadra? Devi prima dimostrare di saperlo fare. Se perdi tre partite di fila la gente si dimentica che eri il suo Capitan Futuro e pretende che tu ottenga risultati nel presente. E poi l'ultima cosa che voglio è creare problemi a Fonseca. I miei modelli? Luis Enrique e Antonio Conte: all'Europeo mi ha letteralmente conquistato”.

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