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ROMA - C'è un proverbio danese che invita a “non insegnare a nuotare a un ingrato, perché prima o poi ti annegherà”. Non siamo proprio questi a livelli ma il calo di Lorenzo Pellegrini è stato mal digerito dai tifosi giallorossi. Molti dei quali, soprattutto sui social, hanno iniziato a voltare le spalle al capitano in pectore della Roma. Sarà che la Capitale è una città che non ha memoria e ai romani viene sempre chiesto quel quid in più (Totti e De Rossi possono confermare) ma di certo fotografa una situazione di grande disagio all'interno della tifoseria. Con la Champions che lentamente sta scivolando via (-6 dall'Atalanta che somiglia molto ad un - 7 avendo Gasperini vinto entrambi gli scontri diretti) e soprattutto la Lazio in lotta seriamente per lo scudetto (come mai è accaduto alla Roma pallottiana, nonostante qualche secondo posto a distanze siderali dalla Juve) tutti sono in discussione. Dalla dirigenza (con Petrachi pronto ai saluti a fine stagione o anche prima) allo staff tecnico (Fonseca è in bilico qualora non dovesse centrare l'obiettivo quarto posto) senza dimenticare i calciatori. Singolare, però, che il bersaglio delle critiche sia diventato Lorenzo. Passato dall'essere 'Il Magnifico' a dicembre (11 assist e 3 reti, 2 in Coppa Italia) a un calciatore normale. Addirittura sopravvalutato.
Tempi bui per l'unico romano e romanista rimasto a Trigoria che sta aspettando il passaggio di proprietà tra Pallotta e Friedkin (a tal proposito, le firme sui contratti preliminari sono attese per i primi di marzo) per iniziare a parlare di rinnovo, togliendo quella clausola di 30 milioni che lo rende appetibile in Italia e in Europa ad ogni sessione estiva nel mese di luglio. In molti però non sanno (o hanno dimenticato) che la flessione evidente del calciatore coincide con un dito del piede sinistro microfratturato.