Roma, ecco perché Zaniolo non si è operato subito

Lo sfortunato talento giallorosso potrebbe farsi operare negli Usa come fece Calafiori: tornerà in campo non prima di sei mesi
Roma, ecco perché Zaniolo non si è operato subito© canoniero

ROMA - Un'autentica mazzata. Per Nicolò Zaniolo, che vede la via Crucis ricominciare: due crociati (il destro a gennaio, il sinistro ora) a 21 anni non sono cosa da poco. Ma la batosta riguarda anche la Roma che ora è privata ai nastri di partenza del calciatore in rampa di lancio, chiamato - in questa stagione con vista sugli Europei - alla consacrazione. A dare la triste notizia, ci ha pensato lo stesso Nicolò: «Per tutti quelli che mi stanno chiedendo come sto, stamattina ho svolto le visite di rito che hanno evidenziato la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ringrazio tutti quanti sia tifosi della Roma che non per il supporto, tornerò presto». Ottimista. 'Presto' tradotto in prognosi equivale a non meno di 6 mesi. Se ne riparlerà in primavera, anche perché d'ora in avanti il nazionale azzurro dovrà fare sempre un lavoro specifico per due ginocchia operate che dovranno supportare una struttura fisica importantissima. A differenza di come previsto, valutazioni in corso su dove e chi dovrà effettuare la ricostruzione del croiato. Cresce la possibilità che il giocatore decida di farsi operare a Pittsburgh, negli Usa, come accaduto nei mesi scorsi a Calafiori.



Nelle ultime ore non sono mancati gli attestati di stima per il ragazzo. Tra i tanti, quelli del ct Mancini («Può suonare banale dire che tornerai più forte di prima, ma sono sicuro che tu ci riuscirai. Forza Nicolò»), di Malagò, dell'Inter e di Milik, in predicato di vestire giallorosso qualora dovesse andare in porto la cessione di Dzeko alla Juventus: «Ci sono passato anche io, sono con te». Intanto a Trigoria, dopo il momento del dolore, arriva quello della rabbia e delle valutazioni. Inutile dire che le polemiche sui troppi impegni dei calciatori con le proprie nazionali sono già iniziate. In quest'ottica, ieri l'avvocato Grassani a Radio Kiss Kiss ha paventato anche la possibilità di un ricorso alla Uefa: «Si può ipotizzare che ci sia un primo club, la Roma in questo caso, che denunci la Uefa o la Fifa e chieda un risarcimento diretto non coperto dalle assicurazioni. Prima o poi qualcuno potrebbe fare giurisprudenza in tal senso e preferirei essere tutta la vita dalla parte del club».

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