Roma, Mourinho: "Partita speciale per me, non volevo una sconfitta"

Le parole dello Special One dopo il 2-1 al cardiopalma contro il Sassuolo: "Complimenti a Dionisi e alla sua squadra. È stata una partita straordinaria per chi l'ha guardata"
Roma, Mourinho: "Partita speciale per me, non volevo una sconfitta"

ROMA - "La corsa verso la curva? Durante la settimana sono stato bugiardo anche con me stesso, dicendo che per me non era una partita speciale. In realtà lo è, con un numero speciale per me. Volevo ricordarmela per tutta la vita, avevo molta paura di una sconfitta. Partita straordinaria per chi la guardava. Complimenti a Dionisi e a tutta la sua squadra, hanno giocato davvero bene.". Sono le parole di José Mourinho, ai microfoni di Dazn, emozionato e apparso molto coinvolto dopo il 2-1 al cardiopalma della sua Roma contro il Sassuolo. La vittoria contro i neroverdi è arrivata grazie ad un gol al 91' di El Shaarawy, con lo Special One che ha iniziato a correre dopo la rete per andare a festeggiare sotto la Curva Sud con i tifosi e insieme ai suoi giocatori. Mourinho poi ha lasciato spazio a Dionisi: "Lasciate parlare lui, deve tornare a Sassuolo.".

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"Serie A molto diversa con tante squadre di qualità"

In conferenza stampa lo Special One ha aggiunto: "Tiago Pinto dice che è stata la giustizia del dio del calcio che non poteva permettere di non vincere a Mourinho di non vincere la millesima partita e forse ha ragione. Se loro avessero vinto, sarei stato zitto perché avrebbero meritato. Poteva succedere di tutto nel finale e anche noi abbiamo meritato.". "Una partita dopo due settimane orribili - ha aggiunto Mourinho parlando delle condizioni dei suoi giocatori - anche se abbiamo giocato con tre calciatori che hanno fatto novanta minuti in Nazionale. Karsdorp aveva avuto un problema a inizio settimana, Mancini e Pellegrini non si erano allenati bene. Abbiamo avuto crampi durante la partita. Il Sassuolo è molto difficile da pressare. Abbiamo avuto tante opportunità per vincere ma abbiamo lasciato tanto spazio per i loro contrattacchi.". Poi un paragone con la sua esperienza all'Inter: "Questa Serie A è diversa rispetto a quella di dieci anni fa che avevo conosciuto. Quell'Inter era più forte, ma c'erano solo 3-4 squadre forti forti. Oggi ci sono un paio di squadre di livello diverso, ma poi ce ne sono altre sette-otto con qualità e che giocano a calcio. Non c'è la mentalità della piccola che viene nello stadio grande ad aspettare.". Infine su Reynolds: "Karsdorp era morto, ho dovuto sostituirlo. Lui è un ragazzino, in un'occasione invece di sparare la palla dove erano i Friedkin ha concesso un altro attacco. Questi ragazzi devono crescere a poco a poco.".

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