Roma-Torino, Dybala: "Il rigore? Ho alzato la testa e c'era Belotti sul dischetto"

L'argentino è stato fondamentale nel forcing finale dei giallorossi: "Dobbiamo avere più energia dal primo minuto e meno paura"
Roma-Torino, Dybala: "Il rigore? Ho alzato la testa e c'era Belotti sul dischetto"© LAPRESSE

ROMA - Paulo Dybala è stato l'uomo chiave nell'assalto finale della Roma per strappare il pareggio contro il Torino tra rigore procurato (poi sbagliato da Belotti) e la traversa colpita dalla quale è nata la rete di Matic al 94'. L'ex Juventus, accolto con un boato dall'Olimpico al momento dell'ingresso, ha parlato ai microfoni di Dazn e Sky Sport nel post-partita: "Ho sempre detto che l’affetto della gente è stato incredibile. Ho lavorato tanto in questi giorni, volevo giocare. Mi sarebbe piaciuto rientrare prima, ma per questione di tempi non ho potuto farlo. Oggi ho parlato con il mister e gli ho detto che io ero a disposizione nonostante la convocazione al Mondiale. Volevo aiutare la squadra”.

Sulla scossa data al momento dell'ingresso

"Cerco sempre di dare i meglio per cambiare le partite, oggi eravamo sotto, mancavano pochi minuti, loro cercavano di difendere e noi abbiamo cercato di dare qualcosa in più. Era meglio reagire prima per poter vincere ma fino all'ultimo ci abbiamo provato".

Su cosa manca alla Roma

"Credo che più che qualità dobbiamo avere più energia dal primo minuto, non possiamo aspettare che c i succeda qualcosa per accenderci. Nel primo tempo abbiamo cercato tanto la palla lunga contro una squadra fisica come loro. Dobbiamo avere più personalità, non avere paura sennò diventa difficile".

Sul rigore calciato da Belotti

"No, non c’era scritto chi doveva calciarlo. A volte è una questione di secondi la decisione, io ho alzato la testa e Belotti aveva la palla in mano. Lui se la sentiva di calciare e io l’ho lasciato. Per me non c’è problema, è un attaccante che ha fatto tantissimi gol. Oggi purtroppo ha sbagliato il rigore, ma poteva succedere a chiunque”.

Sul caso Karsdorp

"Quando è successo non c’ero. Non l’ho vissuto dal vivo. Ovviamente ho parlato con i miei compagni nello spogliatoio e tante cose rimangono lì dentro. Siamo un gruppo unito, dobbiamo rimanere insieme e noi saremo vicino a qualsiasi calciatore, sia quelli che faranno bene sia quelli che faranno male”.

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