ROMA - Il giorno dopo il 4-3 dell’Olimpico con il Sassuolo è quello delle ricostruzioni, delle analisi a mente lucida e di una quotidianità che riprende nonostante polemiche e tensioni con il fronte arbitrali divampino. La squadra è tornata a lavorare in vista della Real Sociedad di giovedì e Mourinho nel primo pomeriggio non è mancato all’appuntamento della Primavera al Tre Fontane. La solita routine, verrebbe da dire. Eppure a prevalere a Trigoria era ancora quel senso di ingiustizia che ha accompagnato anche il post partita di domenica, nonostante dalle bocche dei tesserati della Roma non sia uscita una parola visto il silenzio stampa indetto dal club dopo la conferma della squalifica di Mourinho per due giornate. Una decisione, quella della corte sportiva d’appello, che aveva già creato forti malumori nella Roma visto quanto stava emergendo dall’inchiesta di Chiné su Serra e che sono aumentati in modo esponenziale al triplice fischio della gara contro il Sassuolo. Sul banco degli imputati finisce l’arbitraggio di Fabbri e tre episodi in particolare che, secondo la Roma, hanno creato disparità di trattamento nei novanta minuti. Il primo, nonché il più contestato, è quello che porta all’espulsione di Kumbulla, dove non sarebbe stato ravvisato da Fabbri, al momento della revisione delle immagini al Var, il precedente calcio di Berardi. Un gesto che non scagiona la follia successiva del difensore albanese, ma sul quale la Roma chiedeva sanzioni. Poi tra gli episodi incriminati, secondo il club giallorosso, finiscono anche il mancato rosso a Tressoldi per il fallo su Abraham e il cartellino giallo a Matic. Insomma, un insieme di eventi che hanno portato a un malessere generale a Trigoria riaprendo, se mai si fosse chiuso, il solito scontro con gli arbitri che c’è ormai dal ritorno dello Special One in Italia.

Soliti problemi
Il 4-3 per il Sassuolo, però, non può esser ridotto a una mera questione arbitrale, ecco allora che Mourinho nei giorni che precedono la sosta non lascerà nulla al caso perché a riemergere sono i soliti problemi di continuità. Non è un caso, infatti, che in stagione, solamente una volta, la Roma sia riuscita a vincere tre partite consecutivamente se impegnata altrettante volte in una settimana. È successo tra ottobre e novembre, quando sconfisse nell’ordine Helsinki, Verona e Ludogorets. Un limite, quello della continuità, di natura sia caratteriale sia dipendente dalla profondità della rosa a disposizione, ma almeno su quest’ultimo aspetto Mourinho potrà riabbracciare Pellegrini a partire dalla gara in Europa League. Ieri il capitano giallorosso ha sostenuto una tac che ha dato il via libera al rientro in campo, seppur con un caschetto protettivo per riparare la ferita suturata con 30 punti. Proverà a stringere i denti anche Belotti che, qualora volesse giocare contro la Real Sociedad, dovrà farlo con un tutore alla mano. A San Sebastian in panchina, invece, a differenza del derby dove sconterà l’ultima giornata di stop, ci sarà lo Special One che, nella serata che può regalargli i quarti di finale, spera di vedere un altro Abraham. Nel 2023 aveva cominciato bene con tre reti e due assist dalla 17ª giornata alla 21ª, ma dopo l’Empoli il vuoto. Come domenica contro il Sassuolo dove ha chiuso la partita con zero tiri pericolosi in porta, nessun dribbling riuscito e 8 duelli aerei persi su 14. Serve ben altro, sperando di lasciare da parte quanto prima le tensioni con gli arbitri, evitando anche di registrarne di nuove.
