
"Dobbiamo vincere, non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi". Dopo la clamorosa sconfitta per 4-1 contro il Genoa, alla vigilia della sfida allo stadio Olimpico contro il Frosinone dei tre baby bianconeri Barrenechea, Soulé e Kaio Jorge (ancora indisponibile), il tecnico della Roma José Mourinho è intervenuto in conferenza stampa: "Abbiamo avuto tre partite prima di finire il mercato dove quel punto unico ci ha lasciato una situazione che ha dato un peso a tanti giocatori. Dopo l’incredibile risultato contro l’Empoli pensavo che quel peso potesse uscire dalle spalle della gente in campo e fuori. Così non è successo. Quel punto con il Torino dopo una buona partita è diventato un punto negativo. A Genova mi aspettavo continuità e un miglioramento, non è successo".
"Sono successe tante cose, dall’entrare male e prendere gol al pareggiare e poi peggiorare subito. Il giocatore più consistente che abbiamo, Cristante, è stato costretto a giocare in difesa. La squadra ha perso stabilità e quando sembrava che poteva riarrivare il pareggio abbiamo preso il terzo gol da palla inattiva. Quello che dobbiamo fare domani è avere il coraggio di entrare in campo e accettare una reazione di grande romanismo, che può essere un supporto fantastico o una manifestazione negativa. Dobbiamo avere il rispetto per questa manifestazione e avere il coraggio di giocare contro una buona squadra che sta bene. Dobbiamo avere coraggio", prosegue Mourinho.
Io non sono un problema della Roma: solo Friedkin decide
"Se oggi Friedkin mi offrisse il rinnovo lo firmerei? Stiamo parlando di una situazione ipotetica. Non è una risposta che ti posso dare. Quello che posso dire è che tre mesi fa c’era quasi un dramma a pensare che io potevo andar via. A Budapest ho detto ai giocatori che rimanevo. Poi l’ho detto anche ai tifosi. Tre o quattro giorni dopo ho parlato con Friedkin e gli ho detto che rimanevo. In estate poi ho ricevuto l’offerta più pazza che potesse arrivare ad un allenatore e l’ho rifiutata per rispettare la parola che ho dato ai tifosi, ai giocatori e alla società. Ora sembra che io sia un problema e questo non lo accetto. Io non sono un problema. Non si può dire chi è il responsabile, lo siamo tutti. Sono cose che succedono all’interno di un’azienda e di un club. Io la mia parola la rispetto fino al 30 giugno del 2024, sarò quì fino a quel momento a lottare per questa squadra. L’unica persona che può dirmi che devo lasciare questo posto è Friedkin, può essere Dan o Ryan. Loro sono gli unici che mi possono mandare via, non ho paura che domani tutto lo stadio mi possa fischiare. Doamni sarò lì come sempre con i miei giocatori a prendermi la responsabilità di quello che può succedere", aggiunge Mou.
