Lukaku e il ritorno a San Siro: tanti fischi, ma lui non si vede

La grande attesa per il confronto tra il belga e la sua ex squadra in Inter-Roma si risolve in soli ventisei palloni toccati e nessun pericoli creato

Alla fine hanno vinto i fischietti, poi neanche così tanto caotici. Fischietti che sono entrati allo stadio, magari non tutti e 30 mila, ma sono entrati. Verrebbe da dire, tanto rumore per nulla. Lo spauracchio Romelu Lukaku è rimasto tale: il ritorno del belga nel “suo” San Siro non ha prodotto alcunché. Ventisei palloni toccati in 98 minuti senza creare nessuna apprensione dalle parti di Sommer. Nessun tiro, nessun pericolo. Insomma, non il Lukaku ammirato in questo avvio di stagione in maglia giallorossa (8 gol in 10 partite prima di ieri), né tanto meno quello che aveva fatto grandi cose a Milano e che evidentemente temevano i nerazzurri, tifosi e non solo. Il tema di Inter-Roma, come raccontato da diversi giorni, era chiaramente la prima sfida di Lukaku contro l’Inter, a 141 giorni di distanza dalla finale di Champions che aveva rappresentato una sorta di bivio nella storia recente fra i due vecchi innamorati: da una parte una squadra delusa per l’esito della gara di Istanbul col giocatore “colpevole” di aver sbagliato diverse occasioni decisive sottoporta; dall’altra il belga incavolato con Inzaghi per l’iniziale panchina. Un’esclusione che alla fine ha portato Lukaku a scegliere di non tornare all’Inter nonostante il 14 luglio la società avesse trovato l’intesa col Chelsea per il nuovo ritorno. Invece Lukaku da settimane aveva staccato il telefono, interrotto le comunicazioni con dirigenti e (ex) compagni e iniziato a flirtare con altri club, Milan e soprattutto Juventus. Un tradimento - quello vissuto dall’ambiente interista - che ha portato a creare un’atmosfera incandescente nella giornata di ieri. Che poi questo clima abbia pesato sulla prestazione di Lukaku, difficile dirlo, visto che la Roma non è riuscita neanche a metterlo nelle condizioni di pungere, ma di sicuro il belga ha fatto poco per dare il suo contributo, perdendo diversi palloni e subendo la marcatura di un eccellente Acerbi.

Mani...fredde

C’era grande attesa per i minuti antecedenti al match. Ovviamente il pullman della Roma è stato accolto da fischi e insulti per Lukaku, che già in mattinata aveva ricevuto il benvenuto a Milano dalla Curva Nord con alcuni striscioni tutt’altro che amichevoli. Quindi alle 17.23 il momento forse più alto a livello di decibel, quando il belga è entrato in campo per il riscaldamento. Bordate di fischi, cori (i più gettonati “Lukaku uomo di...” e "Lukaku infame") e “Big Rom” che, inquadrato sui maxi-schermi, si è fatto alcune risate. L’altro grande momento sotto i riflettori è stato poi quello dello scambio dei saluti prima del fischio d’inizio. Lukaku ha dato e ricevuto il cinque da tutti i giocatori nerazzurri, ma il mirino era puntato su quattro suoi amici dei tempi di Appiano: con Lautaro il belga ha cercato un abbraccio, che l’argentino ha però schivato rapidamente, mentre Barella, Bastoni e Dimarco non lo hanno degnato di uno sguardo.

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