Bufera Juric, decide il… Toro: l’incredibile lista Roma dei possibili sostituti

I Friedkin frenano e aspettano la sfida di giovedì con i granata per capire se e come intervenire

ROMA - La Roma naviga a vista e il “paradiso”, così Juric descriveva Trigoria fino a qualche giorno fa, oggi sembra più simile a un inferno. Undicesimo posto in classifica, debacle a Firenze, liti e assenza di manager e proprietà: un quadro che, dipinto così, non lascia ben sperare i tifosi, tornati a contestare la squadra già attendendola fuori stazione Termini nella notte del rientro da Firenze. Nel frattempo Juric ieri ha diretto l’allenamento, ma le riflessioni da parte dei Friedkin (in questo momento a New York per affari) sul suo futuro sono ancora in corso. Tradotto: impossibile fare pronostici perché nessuno dentro Trigoria, visto anche il passato, si sbilancia su possibili scenari. Sono tutti in attesa di una mossa della proprietà, il cui silenzio, se protratto, potrebbe essere interpretato come una fiducia a tempo legata ai risultati.

A Firenze litigio tra Juric e Mancini

I connotati sono però più simili a quelli di una bomba a orologeria che ad altro, ma per ora, salvo sorprese alle quali comunque i presidenti giallorossi non sono nuovi, il tecnico resta Juric. Almeno fino a giovedì contro il Torino, poi si vedrà. Potrebbe essere un modo per vedere anche la risposta della squadra a una possibile conferma, dunque capire se i calciatori siano o meno con l’allenatore nonostante il clima si sia già sufficientemente irrigidito domenica sera. Nell’intervallo della pancia del Franchi si sarebbe consumata infatti una furiosa lite tra Gianluca Mancini (poi sostituito e mai rientrato in panchina) e Juric. Il difensore giallorosso, uscendo ieri da Trigoria, ha provato a minimizzare l’accaduto, spiegando come anche lo scorso anno, dopo esser stato tolto, non seguì il resto della partita in panchina con i compagni. Il riferimento era alla gara con il Frosinone, quando De Rossi lo cambiò al 33’ per Huijsen e Mancini restò negli spogliatoi. A curare lo strappo, in quel caso, ci fu la vittoria, mentre domenica la sconfitta contro la Fiorentina non ha fatto altro che acuire la distanza tra giocatori, allenatore e tifoseria.

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Roma, i nomi in caso di addio di Juric

Per questo nei due allenamenti rimasti a Juric prima della sfida con il Torino, il compito dell’ex granata sarà quello di provare a raccogliere i cocci di una stagione che sta andando in frantumi, cercando di tenere unito un gruppo il cui obiettivo dichiarato a inizio anno era stato quello di tornare in Champions League. E così a regnare è il caos in un club ancora senza CEO dopo le dimissioni di Lina Souloukou e con un allenatore che dopo la debacle di Firenze si è dovuto difendere da solo perché nemmeno l’unico dirigente presente a Trigoria, Florent Ghisolfi, si è presentato in tv per spiegare quanto stesse accadendo. Ieri, poi, il diesse giallorosso è rimasto nella Capitale invece di volare a Parigi con Dovbyk e Hummels per la cerimonia del Pallone d’Oro. La linea diretta con i Friedkin è sempre aperta perché in attesa di una decisione su Juric sono tanti i nomi che iniziano a circolare intorno a un nuovo cambio. Dal ritorno di De Rossi in ticket con Claudio Ranieri come direttore tecnico (un’ipotesi che quest’ultimo per ora nega), a profili come quelli di Roberto Mancini e Massimiliano Allegri, i cui scogli sarebbero anche economici perché esonerando Juric la Roma avrebbe a libro paga tre allenatori. Sullo sfondo anche Terzic, mentre la sfida con il Torino nella notte di Halloween può trasformarsi in un incubo ancor peggiore di quello che la Roma sta già vivendo.

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ROMA - La Roma naviga a vista e il “paradiso”, così Juric descriveva Trigoria fino a qualche giorno fa, oggi sembra più simile a un inferno. Undicesimo posto in classifica, debacle a Firenze, liti e assenza di manager e proprietà: un quadro che, dipinto così, non lascia ben sperare i tifosi, tornati a contestare la squadra già attendendola fuori stazione Termini nella notte del rientro da Firenze. Nel frattempo Juric ieri ha diretto l’allenamento, ma le riflessioni da parte dei Friedkin (in questo momento a New York per affari) sul suo futuro sono ancora in corso. Tradotto: impossibile fare pronostici perché nessuno dentro Trigoria, visto anche il passato, si sbilancia su possibili scenari. Sono tutti in attesa di una mossa della proprietà, il cui silenzio, se protratto, potrebbe essere interpretato come una fiducia a tempo legata ai risultati.

A Firenze litigio tra Juric e Mancini

I connotati sono però più simili a quelli di una bomba a orologeria che ad altro, ma per ora, salvo sorprese alle quali comunque i presidenti giallorossi non sono nuovi, il tecnico resta Juric. Almeno fino a giovedì contro il Torino, poi si vedrà. Potrebbe essere un modo per vedere anche la risposta della squadra a una possibile conferma, dunque capire se i calciatori siano o meno con l’allenatore nonostante il clima si sia già sufficientemente irrigidito domenica sera. Nell’intervallo della pancia del Franchi si sarebbe consumata infatti una furiosa lite tra Gianluca Mancini (poi sostituito e mai rientrato in panchina) e Juric. Il difensore giallorosso, uscendo ieri da Trigoria, ha provato a minimizzare l’accaduto, spiegando come anche lo scorso anno, dopo esser stato tolto, non seguì il resto della partita in panchina con i compagni. Il riferimento era alla gara con il Frosinone, quando De Rossi lo cambiò al 33’ per Huijsen e Mancini restò negli spogliatoi. A curare lo strappo, in quel caso, ci fu la vittoria, mentre domenica la sconfitta contro la Fiorentina non ha fatto altro che acuire la distanza tra giocatori, allenatore e tifoseria.

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