ROMA - Un mese per convertire fischi in applausi. Questo è stato il primo vero grande successo di Claudio Ranieri dal suo ritorno a Roma perché i risultati, fin qui, dicono che di cinque partite disputate ne ha vinte due, perse altrettante e pareggiata una. Non un ruolino di marcia da ricordare anche se, pronti via, ha dovuto affrontare Napoli, Tottenham e Atalanta, ma a fare la differenza sono state le prestazioni e l’impegno di una squadra criticata proprio per il suo atteggiamento. Già la sola figura di Ranieri aveva in parte calmato la piazza, poi è servito andare in campo e dimostrare che le intenzioni erano quelle di uscire da una situazione difficile, complici due esoneri da inizio stagione (tre se contiamo l’intero 2024). “Sir Claudio” ha lavorato soprattutto sulla testa dei calciatori perché «questi sono ragazzi che sanno giocare a pallone, non potevano esserselo dimenticato», ha ribadito il tecnico a più riprese.
Ranieri il guaritore
Dunque il primo step, come raccontato da lui stesso, è stato quello di tirar fuori il bambino in ogni suo giocatore, tornare a farli divertire per riuscire a esprimersi al meglio. E non è servito il mental coach che i Friedkin avevano assunto in prova prima del suo arrivo, a ridare fiducia alla rosa ci ha pensato lui. Ha rimesso al centro alcuni big che con Juric erano finiti ai margini, vedi Hummels e Paredes, ma anche assunto decisioni forti come quelle di escludere Cristante (poi rientrato e ora out per infortunio) e Pellegrini. Tre le panchine consecutive per il capitano giallorosso, definito «poco sereno» dopo quanto successo a inizio stagione. La sua gestione è stata volta al recupero psicofisico e quando Ranieri l’ha ritenuto opportuno lo ha fatto tornare in campo dimostrando di avere ragione, il gol e la prestazione contro il Braga ne sono la prova.
La gestione dei big
Il filo conduttore di tutto è sempre stato il dialogo con i suoi giocatori, lo stesso avuto con Dybala, il cui minutaggio è studiato al dettaglio per evitare che l’argentino incappi in infortuni. Anche giovedì sera era programmata una staffetta con Dovbyk e così è stato e ora proprio il recupero al 100% del centravanti ucraino è la prossima missione. Gli infortuni e l’influenza dell’ultimo periodo non lo hanno fatto mai allenare al massimo, per questo l’ex Girona adesso è a secco da oltre 40 giorni. «Ma anche noi dobbiamo rifornirlo meglio», ha spiegato Ranieri prima dell’Europa League. Con il Como, intanto, tornerà titolare, con la Roma a caccia della sua terza vittoria di fila. Dalla continuità, infatti, passeranno i veri miglioramenti perché Ranieri lo sa, dopo due successi, nulla è cambiato.
Ora viene il difficile
Ora viene il difficile e il mese di dicembre definirà dove potrà arrivare la Roma. Per questo tiene la squadra sull’attenti, lo ha fatto anche ieri alla ripresa degli allenamenti nonostante chi ha giocato abbia svolto lavoro di scarico. «Fate vedere chi siete», urlava in allenamento. E l’intento è chiaro: evitare i cali di concentrazione perché adesso la nave ha smesso di imbarcare acqua, riprendendo la rotta giusta. Per chiudere il mese della verità mancano Como, Sampdoria (Coppa Italia), Parma e Milan, per cui il tempo per gli esperimenti non è tanto, ma il suo obiettivo è tenere sull’attenti anche quei calciatori che stanno giocando meno come Le Fée e Baldanzi. E le risposte date da Abdulhamid ne sono l’esempio migliore.