SOS per la Samp: il Palazzo non può stare a guardare

La contestazione a Lotito, in occasione dell'assemblea milanese, è soltanto l'ultimo episodio della drammatica vicenda blucerchiata che si trascina da mesi e rischia di portare al fallimento il club di Mantovani, Mancini, Vialli, Mihajlovic. Né la Federazione né la Lega possono ignorare la rabbia dei tifosi doriani, ostaggio di una crisi per la quale non hanno nessuna colpa

Casomai ce ne fosse stato ancora bisogno, la contestazione a Lotito, inscenata oggi a Milano da alcuni tifosi doriani in occasione dell'assemblea di Lega, conferma una volta di più la gravità della situazione del club che è stato di Mantovani, Mancini, Vialli, Mihajlovic e che da mesi Ferrero non vuole vendere. Il rischio di fallimento diventa sempre più concreto. Con una dettagliata analisi, Il Secolo XIX, storico punto di riferimento genovese e osservatorio sempre bene informato sulle vicende di Samp e Genoa, ha calcolato quanto denaro servirebbe qualora il club blucerchiato dovesse ripartire dalla Serie D.

Samp in Serie D, l'analisi de "Il Secolo XIX"

Cito testualmente: "Il confronto romano del Cda con Covisoc e Figc, due settimane fa, per un confronto su composizione, concordato semplificato, liquidazione giudiziale, Noif (Norme organizzative Interne Figc), ha disegnato uno scenario inatteso e con i quali gli investitori si devono rapportare: ripartire dalla Serie D, attraverso la cessione del ramo d’azienda, sarebbe molto costoso... . In D, i ricavi sarebbero quasi solo i biglietti, con una riduzione del 50% rispetto agli incassi attuali. Ridottissimo il ritorno commerciale. A fronte di investimenti base ben superiori, nonostante il budget di una squadra di D che punti alla promozione possa essere di 3/5 milioni. Aggiungere il milione di affitto per il Ferraris, il costo del settore giovanile e del personale che va preservato quasi tutto per avere poi le strutture per C e B. Restare al Mugnaini comporta ritrattare la concessione con il Comune di Bogliasco e i mutui per terminare i lavori del nuovo centro sportivo. Un totale a spanne sui 30 milioni, da valutare poi il riacquisto del Baciccia e del nome Sampdoria. Una C di vertice richiede un investimento tra i 10 e i 15 milioni a cui vanno aggiunti i costi di gestione più alti di un club importante, almeno altri 5/10 milioni. E dopo soli due anni e ancora lontani dal ritorno in A, la spesa si aggirerebbe già attorno ai 60/70 milioni. In B si ricominciano a vedere ricavi, limitati. Per “assicurarsi” la A (dove si tornerebbe con il rischio di avere perso i vantaggi storici della Melandri e all’ultimo posto dei diritti televisivi...) si gira su costi/investimenti di circa 20/30 milioni. Insomma, la A partendo dalla D, e con tutte promozioni (e non si può avere nessuna certezza), costerebbe quasi 100 milioni. E si torna sempre lì. Meglio, anche per uno speculatore, intervenire subito".

Samp, dal campo alla protesta dei tifosi

Sul campo la Samp, ultima in classifica con 17 punti, a 5 giornate dalla fine e a 10 lunghezze dalla zona salvezza, punta a concludere con dignità uno fra i tornei più disastrosi della sua storia. Fuori campo, la protesta della tifoseria che in questo annus horribilis non ha mai lasciato sola la squadra, rispettando i confini della civiltà è sacrosanta quanto legittima. Urge un intervento dei massimi livelli del calcio italiano. Pubblicamente, prendano posizione sulla situazione doriana. Ogni giorno che passa senza agire, è un giorno perso. Non ne restano ancora molti per rispondere allo striscione inalberato fuori dal Gallia: "E invece su Ferrero? Niente da dire?".

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