Coronavirus, Magnanelli: "Ringraziamento speciale a chi lavora dietro le quinte"

Il senatore del Sassuolo: "Che soddisfazione essere una delle ultime bandiere: avrei potuto prendere altre strade, ma ha prevalso la voglia di rimanere. Berardi ora è diventato un leader anche fuori dal campo"
Magnanelli (Sassuolo): 36 anni, 11 mesi, 26 giorni (in Udinese-Sassuolo 3-2)© LaPresse

SASSUOLO - Il capitano del Sassuolo Francesco Magnanelli in diretta Instagram sul canale del club ha raccontato la sua lunga avventura con la maglia neroverde: "Essere una delle ultime bandiere del calcio è motivo di soddisfazione. Guardo indietro la mia carriera e ci sono stati momenti in cui avrei potuto prendere altre strade, ma ha prevalso la volontà di continuare con un'unica squadra per cercare di migliorarsi e di raggiungere obiettivi importanti, per fare anche una carriera diversa dal solito. Il calcio è in continua evoluzione e nel tempo ci saranno altre bandiere. Meglio la conquista della Serie A o dell'Europa? Sono cose un po' diverse. Arrivare nella massima categoria, un sogno da bambino: esserci arrivati tramite compagni pazzeschi, con una cavalcata unica che nessuno dimenticherà, specie i tifosi, è stata fantastica. L'Europa è stata un qualcosa di più, che nessuno immaginava. Ti ha permesso di affrontare squadre e giocatori che vedevi in tv, con la speranza un giorno magari di poterci tornare".

Sul Sassuolo più forte in cui abbia giocato: "Ho giocato con troppe persone a cui sono affezionato e allo stesso tempo con ragazzi di altissimo livello, si fa fatica a racchiuderli in una formazione ideale. Ho giocato con ottimi ragazzi e a ragazzi con del talento importante. Dovrei fare due-tre formazioni ideali. Mio idolo? Da quando ho fatto il giocatore di professione, il mio unico grande riferimento è stato Andrea Pirlo. Credo che ogni giocatore abbia una carriera a sé e gli anni che sto facendo in A credo siano figli degli anni passati nelle categorie inferiori. Ho avuto una maturazione più lenta ma mi sono guadagnato tutto sul campo ed è una grande soddisfazione e preferisco sia così, chiudere in crescendo, ovvero aver fatto la A all'inizio e poi finire nelle categorie inferiori, finire una carriera in Serie A ai massimi livello credo sia un ottimo finale". Magnanelli spende parole al miele per Berardi: "E' sempre stato leader tecnico in campo perché madre natura gli ha dato qualcosa in più. E' arrivato nel grande calcio da giovane e ha avuto bisogno di un percorso di crescita ma credo che adesso abbia capito vuol dire essere leader fuori dal campo".

"Passo le mie giornate a casa, dobbiamo rispettare le norme del Governo. Cerco di allenarmi con programmi specifici e di seguire una dieta adatta al momento. Tengo a ringraziare le persone che in questo momento vanno a lavoro e sono in prima linea al di là di medici e sanitari ma anche tutte le persone che sono dietro le quinte come ad esempio i commessi, le forze dell'ordine, le donne delle pulizie". Magnanelli conclude parlando del suo futuro post calcio: "Ora voglio giocare e voglio chiudere alla grande, sono ancora competitivo. Quello dell'allenatore è il ruolo più difficile dove ci sono tante sfaccettature che solo l'esperienza sul campo ti può dare; dopo tanti anni di carriera qualche vantaggio posso averlo, per fare il dirigente occorre altra esperienza e sarebbe come ripartire da zero. Non ho ancora preso una decisione".

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