TORINO - "Pronto, ciao Sasa, come giocate contro di noi?". Filip Djuricic vive per il calcio e poche ore dopo il gol e la vittoria contro il Bologna era già sintonizzato sulla partita di domani contro il Torino. "Lunedì ho chiamato il mio amico Lukic – racconta il ventottenne trequartista serbo del Sassuolo – per sapere qualcosa su di loro, sul Toro. Ovviamente non mi ha detto niente...(risata)".
È un vantaggio o uno svantaggio affrontare un Toro ancora a zero punti?
"Non lo vedo come un vantaggio, tutt’altro. Come valori, non sono una squadra da zero punti. Penso a Belotti, Verdi, Zaza, Linetty, Lukic... Sono in una brutta situazione, però si risolleveranno presto e hanno le potenzialità per tornare in Europa velocemente. Noi li affrontiamo da ultimi in classifica e sicuramente vorranno rifarsi. Mi aspetto un Torino super motivato".
Voi siete secondi in classifica: teme un po’ di rilassamento?
"No, perché al Sassuolo ormai c’è una mentalità consolidata. Sappiamo da dove siamo partiti e abbiamo una identità chiara".
Come spiegherebbe il calcio di De Zerbi a un bambino?
"Divertimento, divertimento, divertimento. Poi anche coraggio e responsabilità, verso i compagni e la squadra. Con De Zerbi pratichiamo un calcio offensivo, attrattivo, moderno. E anche dettagliato, stile basket. Tutto quello che ci riesce in partita, anche il mio gol contro il Bologna, non è frutto del caso: sono situazioni su cui abbiamo lavorato in allenamento".
Il suo primo maestro italiano, alla Sampdoria, è stato Giampaolo. Assomiglia a De Zerbi?
"Sono diversi e, anche se magari non sembra, De Zerbi è più offensivo. Differenti sono soprattutto gli allenamenti: qui al Sassuolo alterniamo palla, possesso, finalizzazioni. Con Giampaolo c’era più tattica".
Ha capito, a distanza di anni, perché non funzionò con Giampaolo?
"Mi allenavo bene e, come caratteristiche, pensavo di essere adatto per il suo centrocampo a rombo. Lui mi vedeva come trequartista, ma stavo quasi sempre in panchina. Non rientravo nelle sue idee, sono cose che succedono. Mi è dispiaciuto, anche perché mi piaceva molto la Samp, però non abbiamo mai litigato e tuttora ci salutiamo sempre con grande rispetto. Alla fine, volendo guardare il lato positivo, è stata la mia fortuna".
In che senso?
"Visto che nella Samp non giocavo, poi sono andato in prestito al Benevento e lì ho conosciuto De Zerbi. La vita è strana: ero perplesso sul Benevento, avevano pochi punti nel momento che mi contattatrono, invece si è rivelata la svolta. De Zerbi ha esaltato le mie qualità e poi mi ha voluto a Sassuolo, dove sto benissimo e ho trovato una serenità che non avevo mai avuto prima".
Quest’anno è partito segnando con continuità (2 gol in 4 partite): è cambiato qualcosa in lei?
"Magari 3-4 anni fa, quando ero più giovane, ero anche più istintivo. Ma adesso ho 28 anni, sono felice, ho due bambini e sono in attesa del terzo, per cui il mio unico pensiero è vincere e allungare il momento d’oro del Sassuolo. Certo, un gol al Toro mi manca e spero di realizzarlo stavolta. Ho segnato contro quasi tutte le squadre di maggiore tradizione: Juve, Inter, Milan, Roma. In teoria pure il Napoli, ma il Var mi ha annullato entrambi i gol (risata)".
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