Raspadori: "Italia, ancora non ci credo. Idoli? Eto'o e Aguero"

Intervista al classe 2000 del Sassuolo chiamato dal : "Devo realizzare la chiamata del Ct Mancini, ma mi sento pronto"
Raspadori: "Italia, ancora non ci credo. Idoli?  Eto'o e Aguero"© Getty Images

REGGIO EMILIA - Giacomo Raspadori, bolognese classe 2000, è felice: la convocazione in Nazionale è arrivata al culmine di un finale di stagione straordinaria con il Sassuolo, condita con la fascia da capitano in alcune gare e con 4 gol in un mese. Tutto a partire dalla maglia del Sassuolo, che il brevilineo attaccante indossa da quando aveva 9 anni.

Cosa ti ha detto Mancini quando sei stato convocato?

«In realtà non mi ha chiamato, non ci siamo appena sentiti, ma appena lo vedrò da parte mia lo ringrazierò davvero tanto. Devo ancora realizzare».

Come hai saputo della chiamata in azzurro?

«Ero a casa, con i miei genitori Michele e Roberta e con mio fratello Enrico, quando sono usciti i nomi. L’ho saputo così. La prima telefonata? Ai miei nonni Elva e Giorgio. Essere con la mia famiglia, a casa a Castelmaggiore, è stato bellissimo. Mi sono arrivati più di 200 messaggi in poche ore».

Ti senti pronto per il campionato Europeo?

«Mi sento pronto, i valori che mi sono stati trasmessi sia dalla famiglia che dal Sassuolo mi hanno dato l’occasione per farmi trovare pronto in diverse occasioni anche psicologicamente».

Quali erano i tuoi modelli, i tuoi idoli calcistici?

«Fino ai 13/14 anni ero molto tifoso dell’Inter e il giocatore che mi piaceva di più era Eto’o, poi crescendo, anche per somiglianza fisica mi sono più concentrato su Aguero che è diventato il mio punto di riferimento». 

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