Toro, con Amauri adesso si Quaglia

Squalificato El Kaddouri, il Toro può cambiare gioco in attacco: il brasiliano deve sbloccarsi
TORINO - Fabio Quagliarella con Amauri là davanti a guidare l’attacco granata. E’ l’ultima tentazione dello staff tecnico che sta valutando attentamente le possibilità di riuscita di un tandem “pesante”, sotto tutti gli aspetti, che potrebbe rilanciare le quotazioni offensive di un collettivo, ancora in via di definitiva riorganizzazione, che stenta a trovare la sospirata via del gol. In questo avvio di campionato accanto all’ex juventino ha agito prevalentemente l’argentino Marcelo Larrondo, che aldilà del rigore fallito contro l’Inter, non è riuscito a rendersi efficace nelle aree avversarie. Tuttavia l’ex senese agli occhi dei compagni ha il pregio tutt’altro che trascurabile di favorire non poco il gioco di Quagliarella e quindi ciò che non ha prodotto in fase di realizzazione lo avrebbe garantito sotto l’aspetto dell’appoggio al compagno. Ed è per questo che il Torino ha insistito nel riproporre Larrondo perché cambiare il certo per l’incerto non sempre può rivelarsi un’idea azzeccata.

Passo indietro - La forzata rinuncia a Ciro Immobile e Alessio Cerci, sacrificati in sede di mercato e anche obtorto collo sull’altare dei bilanci societari, ha imposto allo staff tecnico granata una rivoluzione dell’assetto offensivo della squadra. Assetto che ovviamente non ha coinvolto soltanto i sostituti dei due campioni partiti ma anche i centrocampisti che hanno dovuto imparare a muoversi su coordinate diverse rispetto al recente passato. In sostanza il nuovo Torino ha dovuto modificare il proprio gioco e, in un certo qual modo, adattarsi alle caratteristiche tecniche dei propri attaccanti. Un passo che ha richiesto e che tutt’ora richiede ancora un po’ di pazienza prima di poter vedere la squadra granata muoversi con la passata sicurezza e consapevolezza.

L’intoppo - Sta quasi passando sotto silenzio, ma alla base delle difficoltà realizzative della truppa granata un peso non indifferente l’ha avuta, l’assenza di Paulo Barreto. Il piccolo brasiliano, costantemente alle prese con acciachi di varia natura, sembra essere, per qualità tecniche, l’ideale partner di Quagliarella. Veloce, fantasioso, ficcante, in possesso di una tecnica sopraffina, sarebbe il giocatore ideale per dialogare “stretto” o “largo” con l’ex bianconero. Forse il nuovo schema d’attacco a due punte “vicine” o a “elastico“ era stato pensato proprio per il duo Quagliarella-Barreto, poi però i piani sono stati rivisti proprio per gli infortuni a catena che hanno colpito il brasiliano. Nel frattempo il Torino ha dovuto esibirsi in Europa (bene) e in campionato (con qualche difficoltà) ma è chiaro che per risalire in classifica e per continuare con il vento in poppa la navigazione in Europa League occorrono tanti gol. Quelli del solo Quagliarella non possono bastare.

Il rilancio - Di qui il progetto di rilanciare Amauri. Bomber che ha nel gioco aereo l’arma migliore per colpire ma che, se in forma, può rendersi efficace anche con il pallone a terra. L’attaccante arrivato dal Parma non ha ancora avuto modo di mettersi in luce in granata. D’altronde è arrivato all’ultimo giorno del mercato estivo e quindi, rispetto al resto della compagnia, è più indietro sotto l’aspetto dell’apprendimento del gioco torinista. Per caratteristiche, poi, il brasiliano è uomo d’area e fatica un po’ a giostrare lontano dall’area di rigore. Ha bisogno di continui rifornimenti dalle fasce per incidere, ma se innescato a dovere può far male agli avversari.

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