Torino, 6 passi per l'Europa: con Ventura è possibile!

Perché anche la vittoria nel derby avrebbe un sapore più dolce se funzionale, nel conteggio di fine stagione, a tagliare un traguardo concreto, cioé la seconda partecipazione consecutiva all’Europa League
Torino, 6 passi per l'Europa: con Ventura è possibile!© LaPresse
TORINO - Quella frase pronunciata dalla piazza di Mondovì era diventata una sorta di boomerang da tirare fuori all’occorrenza: «Il primo obiettivo era andare in serie A. Fatto. Il secondo obiettivo era rimanere in serie A. Fatto. Ora l’obiettivo è vincere un derby: lo vinceremo». Era il 14 agosto 2013 e allora quelle parole erano diventate per Giampiero Ventura una prigione verbale dalla quale uscire il prima possibile. Sembrava una frase lanciata al vento per attizzare l’orgoglio del popolo, invece si trattava di una premonizione, anzi forse di un annuncio: la vittoria nel derby sarebbe arrivata. Ventura ha abbattuto l’ultimo muro, quello che pareva tenuto in piedi con l’acciaio, e in un colpo solo ha spazzato via ogni flebile dubbio dell’ultimo tra gli scettici. Non a caso, a caldo, conquistata la città vent’anni dopo, ha raccontato di «un ciclo che si chiude», per poi probabilmente «riaprirne un altro ». L’amore incondizionato con il popolo granata a questo punto è un mero automatismo, con il tempo necessario a metabolizzare l’entità del risultato compiuto dai ragazzi di Ventura. Il quale si può definire, a ragion veduta, un uomo di parola: ci ha messo 620 giorni, più di quanto avrebbe voluto, ma ce l’ha fatta. E adesso il confronto con i “grandi sacerdoti” del passato è un po’ meno blasfemo e non urta la sensibilità globale dei puristi della fede granata. In una stagione Ventura è riuscito, in ordine sparso: a rigenerare una squadra che aveva perso le due stelle più luminose; a portare una squadra che non disputava le Coppe europee da vent’anni fino agli ottavi di Europa League, regalando ai tifosi una notte indelebile come quella di Bilbao; a vincere un derby, altro evento ventennale; a riportare il Torino nel lotto di formazioni che si giocano di nuovo un posto in Europa.

TRAGUARDO CONCRETO - Proprio quest’ultimo aspetto è in cima alla lista dei pensieri del timoniere granata. Perché anche la vittoria nel derby avrebbe un sapore più dolce se funzionale, nel conteggio di fine stagione, a tagliare un traguardo concreto, cioé la seconda partecipazione consecutiva all’Europa League. Serve però l’ennesima Venturata, un colpo di genio dell’allenatore genovese al quale i tifosi del Toro si stanno ormai progressivamente abituando. Dopo il derby ne servono altri sei, affinché i granata possano a tutti gli effetti affermare di non aver lasciato a di intentato nella complessa ma al tempo stesso esaltante rincorsa. I tre punti raccolti nella supersfida di domenica hanno un peso specifico considerevole, perché magari meno “attesi” rispetto ad altri e perché arrivati in contemporanea con gli scivoloni di Fiorentina e Sampdoria. Il calendario spinge il Toro di Ventura a osare oltre ogni limite, specialmente considerando il cammino casalingo: Empoli, Chievo e Cesena sono avversari da battere. E le trasferte sono quasi tutte scontri diretti: domani il Palermo, poi a Marassi con il Genoa e il redde rationem di San Siro contro il Milan. I tifosi granata attendono speranzosi le nuove Venturate: del resto il tecnico ha messo l’Europa nel mirino e quando parla non lo fa a caso. Questo ormai l’hanno capito proprio tutti.

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