Toro, Venturata finale per il sogno Europa

Dopo aver battuto Inter, Napoli e Juve, ai granata serve un’altra impresa con una big
Toro, Venturata finale per il sogno Europa

TORINO - Ne serve una memorabile, straordinaria. Al Torino serve la Venturata più grande, il colpo di genio del timoniere: stasera, più che mai, i granata hanno bisogno dell’invenzione dell’allenatore capace di portare Urbano Cairo dallo sprofondo della serie B all’Europa in tre anni. A San Siro per tenere accesa l’ultima fiamma di Coppa, a San Siro con mezza squadra in meno e un attacco ai minimi termini, come già annunciato. A San Siro con sette assenze, alcune eccezionalmente pesanti, a San Siro senza Quagliarella e Maxi Lopez, il tandem che ha trascinato i granata a un altro mezzo miracolo calcistico. A San Siro senza tante risorse, ma con i classici punti di forza da trovare nel collettivo: organizzazione, determinazione, foga razionale, attributi e, magari, un pizzico di fortuna che non sempre ha assistito il Torino nella stagione attuale. Superare i propri limiti per l’ennesima volta, ancora di più: contro il Milan serve la Venturata definitiva, almeno per continuare a sperare, in base anche ai risultati delle dirette concorrenti.

L’APOTEOSI - I granata sono riusciti ad abbattere muri che parevano insormontabili, a scalare montagne che sembravano impraticabili, a collezionare primati ormai datati. Il derby è forse l’apoteosi, almeno per quanto riguarda il campionato. E infatti, come spesso succede, dopo il colpaccio la squadra di Ventura ha registrato un calo fisico e mentale, scaturito dal logorio di un’annata cominciata il 30 giugno e ricca di impegni probanti. E’ in questa fase che il Torino forse si è lasciato sfuggire dalle mani quei punti determinanti nel conteggio finale, anche se non è detta l’ultima parola per il destino granata in Europa League: contro il Chievo, in casa, è arrivata puntuale la zampata da leone di Maxi Lopez a tenere teso il filo che lega i ragazzi di Ventura a un posto al sole per la Coppa della prossima stagione. Ma il bomber argentino guarderà dalla tv e allora saranno gli altri a doversi ergere a protagonisti: ecco perché il livello di difficoltà della Venturata è ancora più elevato e raggiunge picchi forse mai visti prima. Ma è proprio in questi casi, quando c’è la possibilità di scrivere una piccola pagina di storia recente, che il Torino del timoniere genovese sa esaltarsi, sfoderando la prestazione super. Ci sono esempi recenti che documentano tale qualità.

I COLPACCI - Il derby è il tabù che cade dopo vent’anni. Ma ce ne sono stati altri. Uno proprio a San Siro, nella versione nerazzurra: era stato Emiliano Moretti in pieno recupero a sbancare la Milano interista, un colpaccio che aveva consentito a Cairo di battere finalmente una big, nella sua avventura da presidente. Ventura ci è riuscito un’altra volta, piegando la resistenza di un top club italiano come il Napoli. E poi il capolavoro contro la Juve. Anche se per l’allenatore quasi settantenne l’autentica impresa da ricordare, quella in grado di emozionare, era stata un’altra: a Bilbao, contro il leggendario Athletic Club, dove nessuna squadra italiana prima del Toro era mai riuscita a vincere. «Con la Juventus abbiamo vinto soffrendo, a Bilbao abbiamo vinto dominando», aveva sintetizzato Ventura, spiegando la differenza tra il blitz in terra basca e il successo, comunque da rimarcare, nel derby. Il Torino deve dunque conquistare San Siro per la seconda volta su due in stagione: difficile, ma non impossibile per la formazione granata, per quanto rimaneggiata e in riserva all’ultima curva della grande corsa.

Stefano Lanzo

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