Chiambretti: «Il mio Torino è da 10 e lode»

Intervista show al presentatore: «Trovarsi al sesto piano con la Juve in portineria mi manda in estasi»
Chiambretti: «Il mio Torino è da 10 e lode»© lapresse

TORINO - Piero Chiambretti, era da un po’ che il suo Torino non si trovava in testa alla classifica. Come si sta lassù? «Ah benissimo. Trovarsi al sesto piano con la Juventus in portineria è una sensazione assolutamente inedita. Mi trova in estasi senza nemmeno essere passato dalla discoteca...».

Convinto dall’avvio di stagione e dal mercato?

«Questo mercato è stato unanimemente accolto con favore da tutti, addetti ai lavori e non. E’ la dimostrazione che il lavoro dei nostri tre Re Magi, al secolo il presidente Cairo, il ds Petrachi e il tecnico Ventura, sta portando frutti dolcissimi. La struttura è cresciuta in maniera esponenziale tanto da poter dire che attorno al Torino c’è un progetto: è una parola che dicono in tanti senza nemmeno averne uno, ma che il Torino stesso non pronuncia mai eppure ce l’ha».

Merito di...?

«Possiamo dire intanto grazie a queste tre persone. E possiamo anche ribattezzarle».

Prego, si scateni.

«Petrachi prima di tutto non è un direttore sportivo, ma è un agente segreto che si infila nei tunnel del mercato. Trova, scova, incontra, senza troppi sensazionalismi, senza interviste eclatanti, senza parole superflue».

Ventura?

«Beh, Ventura non è un allenatore».

Ah no?

«No, lui è un decoder. Registra le partite e le giocate di ogni singolo giocatore, vede centinaia di gare, studia al replay gli avversari: conosce le squadre che deve affrontare meglio di quelli che le allenano... E poi è un termovalorizzatore».

In che senso?

«E’ un termo-valorizzatore di muscoli e menti. Mi viene da pensare a tutto quello che è riuscito a fare per calciatori che sono diventati merce rara per il mercato di Cairo e Petrachi, ma che immediatamente lasciate sciolte le briglie tirate da Ventura stesso hanno perso il loro smalto. Un po’ come Cenerentola con la zucca: a mezzanotte la carrozza ritorna zucca, svanito l’effetto dell’incantesimo. Basti pensare a come giocava Ogbonna e a come ha giocato. Oppure a vedere come andavano forte Cerci e Immobile e come vanno adesso. Ora guardo Quagliarella e Maxi Lopez: quanto hanno reso insieme, quanto poco invece rendessero da soli. Dunque sì, Ventura è un decoder che funziona anche da termo-valorizzatore...».

Manca il presidente.

«Cairo, beh, Cairo è re Mida. Ogni cosa che tocca si trasforma in oro. Non è solo un presidente, ma è anche un imprenditore molto oculato che giustamente tutela i suoi interessi che di conseguenza diventano quelli della società e quelli del tifo. Sono ormai passati diversi anni dal periodo degli errori che sono tipici di chi si affaccia al mondo del calcio, i grandi acquisti per i grandi titoli come furono i Coco, i Pancaro, i Recoba[...]»

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