C’è l’altro Maxi che fa il… Toro

Da subentrante l’attaccante argentino è spesso decisivo garantisce potenza fisica, personalità e anche cattiveria
TORINO - Un valore aggiunto, possibilmente a partita in corso, utile per far saltare gli equilibri difensivi avversari. Determinante, insomma, quando entra dalla panchina al posto di Josef Martinez o di Andrea Belotti, meno incisivo invece quando parte dall’inizio. Così è per Maxi Lopez che in questo avvio di stagione ha vestito i panni da titolare una volta sola su tre ma che è riuscito a rendersi determinante non tanto nelle conclusioni a rete ma favorendo i compagni negli appoggi e nei movimenti da bomber vero. Quest’ultimo è un lavoro senz’altro meno appariscente ma fondamentale in un gioco offensivo organizzato come quello del Torino. E appunto questa capacità di rendersi importante nei momenti cruciali di un incontro unita alla dote di riuscire subito a entrare nel clima agonistico fanno di Maxi Lopez un’arma letale che Giampiero Ventura può calare sul tappeto, anzi, prato verde quando meglio crede per far saltare il banco. Domenica scorsa a Verona e ancor prima contro la Fiorentina, entrato in entrame le gare attorno al 15’ st, Maxi Lopez ha creato pure lui i presupposti dei gol granata. Al Bentegodi si è tirato addosso l’attenzione dei non velocissimi centrali gialloblù, Moras e Marquez, permettendo a Baselli di segnare comodamente sulla corta respinta di Rafael e di riequilibrare una prima volta la partita. Nel match contro viola ha dato enorme fastidio ai difensori di Paulo Sousa, distraendoli soprattutto in occaisone della rete di Fabio Quagliarella. Si tratta solo degli ultimi esempi di una regola che vigeva già nella corsa stagione.
 
Dalla panchina è meglio - Eppure Maxi Lopez ha inciso anche quand’è partito dall’inizio. L’anno scorso, in Europa League, contro l’Athletic Bilbao da titolare sia all’andata che al ritorno ha lasciato la sua firma indelebile su entrambi i match: due gol all’Olimpico uno al San Mames, fornendo anche prestazioni di grande efficacia. Tuttavia l’impressione, all’interno del Torino, è che Maxi Lopez per dare il massimo deve avere degli stimoli e soprattutto la concorrenza di almeno un compagno all’altezza. L’argentino infatti tende un po’ a “sedersi” dopo una buona prestazione e il posto fisso, alla lunga, pare quasi nuocergli. Di qui l’idea di una gestione un po’ particolare del sudamericano con un allenatore intenzionato sempre a tenerlo sulla corda non dandogli mai certezze a livello individuale. Quindi dentro e fuori, applausi e reprimende, grande fiducia e consigli per migliorare là dove presenta ancora qualche lacuna sotto il profilo tecnico e tattico. E l’impressione è che per Maxi Lopez anche questa stagione si muoverà sui binari di un’incertezza volta a stimolarlo costantemente.

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