E sul pianeta Toro atterra Zappacosta: «Non ho fretta»

Debutto del terzino destro che sostituisce nel finale Peres: «Si può fare esperienza pure in panchina»

TORINO - Il Torino da ieri ha un uomo in più... Già, con l’esordio di Davide Zappacosta, entrato a un quarto d’ora dal termine al posto di Bruno Peres, autore di una prestazione super, l’ex atalantino diventa granata a tutto tondo. Certo, poco più di quindici minuti sono solo un antipasto, ma del resto il terzino destro è giovane, oltre che titolare di un lungo contratto con il Toro che ha creduto in lui questa estate spendendo quasi cinque milioni di euro. Che si tratti di un giocatore di qualità è certo, del resto non è stato titolare dell’Under 21 per caso, ma Ventura è un allenatore per cui le gerarchie non sono un dettaglio da trascurare. E così il giovane Zappa si è dovuto sorbire un discreto apprendistato prima di assaporare il brivido del debutto. In realtà trattandosi di un ragazzo intelligente ha metabolizzato al meglio il periodo alla finestra, cercando di comprendere al meglio i meccanismi di gioco venturiani che proprio sulle fasce richiedono attenzioni particolari per evitare alla squadra di prendere sbandate alla luce di sganciamenti non sufficientemente coperti. La mini-prova di ieri contro la Sampdoria lo vede promosso a pieni voti: certo, poco più di 15 minuti non sono sufficienti per stilare un giudizio vero e proprio, ma i segnali sono stati positivi sia sotto il profilo della spinta che della fase difensiva.

PRIMI CALCI E PAROLE - Il debutto in campo coincide anche con le sue prime parole nel dopo gara, dove confessa che rispetto a Bruno Peres «che ha caratteristiche più offensive, io forse posso dare qualcosa in più sotto il profilo del contenimento». Il ragazzo si presenta con modi gentili che accompagnano concetti in sintonia con il mood di questo Toro costruito dal ds Gianluca Petrachi con persone per bene oltre che giocatori di livello: «Qui rispetto all’Atalanta c’è un modo diverso di interpretare il calcio perché si cerca sempre di scendere in campo per vincere la partita. Ho aspettato il mio momento con serenità. Anche quando si fa panchina si mette da parte un bagaglio importante che serve a fare esperienza. Non bisogna viverlo come un momento di bocciatura, è normale che l’allenatore faccia le proprie scelte tenendo conto di tanti fattori e poi la cosa più importante è sempre e solo una: farsi trovare pronti quando scocca il tuo turno». Certo che il salto dall’Atalanta al Torino, non foss’altro per gli obiettivi prefissati, è notevole. Ma il ragazzo è zavorrato a sufficienza per evitare di andare nel pallone dei sogni che una classifica del genere autorizzerebbe a prendere forma: «Battute nello spogliatoio sulla Champions? Noi non facciamo calcoli, provando a pensare gara dopo gara, dando sempre il massimo sia come singoli che come gruppo. Naturalmente siamo consapevoli del fatto che stiamo andando bene e non possiamo fare altro che sperare di proseguire così. Ora ci aspetta la trasferta di Verona contro il Chievo, ho visto qualcosa del primo tempo contro l’Inter dove i veronesi hanno giocato bene. Sono un’ottima squadra in forma, sta attraversando un buon momento, è molto compatta e si è pure sbloccata in attacco. Dovremo affrontarla con la giusta determinazione. La partita di Bruno Peres? E’ bravissimo, non credo che sia la sua prima partita a questi livelli. Spero che continui così perchè è un bravo ragazzo e può dare tanto al Torino».

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