Toro: pathos e follie. Si può volare. E all'Olimpico non si passa

Per il Toro 3 vittorie su 3 in casa e la conferma che il ko di Verona è stato un malessere passeggero. Palermo in crisi
Toro show, Palermo ko. Benassi, che gol!

TORINO - Pathos e follie. L’estasi per una vittoria che ha assunto connotazioni eroiche in virtù della resistenza finale in 9 contro 11 e i tormenti che attendono Ventura, considerato il prezzo pagato in termini di uomini a una partita a forti tinte granata, da Toro. Il successo contro il Palermo è una medaglia col suo rovescio. Da una parte ha aggiunto ulteriori conferme sullo spirito d’acciaio che anima il gruppo di Ventura, capace di soffrire e resistere anche in condizioni estreme; ha certificato che il cortocircuito di Verona è stato riparato e che il ko contro il Chievo è stato un malessere passeggero; ha rafforzato la convinzione di una campagna acquisti fatta a regola d’arte, che permette di fronteggiare le emergenze; infine, ha reso di nuovo esaltante una classifica che vede la Juventus addirittura a -8.

Il rovescio della medaglia è che la terza vittoria su tre in casa ha ingrossato il plotone degli indisponibili: a Bruno Peres, Avelar, Maksimovic, Farnerud si aggiungeranno Molinaro e Obi per la trasferta a Modena contro il Carpi e Baselli per chissà quanto tempo. Altri aspetti, ieri, hanno lasciato qualche domanda sul tavolo.

Al Toro, ad esempio, sono mancate le variazioni sul tema di Bruno Peres: una chiave per creare la superiorità numerica e schiudere le difese avversarie. Troppo timido e frenato Zappacosta, che pure ha notevoli qualità di spinta. Vives spesso lo cercava con lo sguardo per allargare il gioco e non lo trovava. C’è da lavorarci su, come per Belotti (ieri rimasto in panchina per la piega che ha preso il match e per le scelte che la necessità ha imposto a Ventura). Risultato: fino all’autogol di Gonzalez la manovra granata non è decollata.

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