Toro, adesso devi cambiare testa e mentalità

La spinta di Cairo dopo il ko con il Carpi: «Lavorare a testa bassa, obiettivo 40 punti. Voglio rinnovare presto con Ventura»
Toro, adesso devi cambiare testa e mentalità© ANSA

TORINO - E’ una questione di... testa. Di mentalità. Di atteggiamento. Di abitudine alla lotta perenne. Di assuefazione ai complimenti. Il Toro che perde a Modena contro il Carpi, avversario volitivo e motivato ma, senza offesa, di caratura inferiore e ampiamente alla portata, è un Toro che spreca l’occasione della vita, quella di tornare in vetta al campionato dopo 38 anni e sette mesi. Un sogno, certo, non un obiettivo a priori. Ci mancherebbe. Sono ben altre le squadre che devono puntare al titolo... Ma a Modena, con una prova diversa nello spirito e nella determinazione, i granata potevano andare alla sosta con il pieno di adrenalina, con la gioia nel cuore, accontentando anche i duemila tifosi, strepitosi al Braglia, davvero insuperabili per passione e sostegno. Invece, la squadra di Giampiero Ventura ha deluso, ampiamente. Ha deluso il suo tecnico e la gente, e ha deluso se stessa. Quasi impossibile dare una spiegazione, anche se ce ne sono molte. Intanto, senza cercare alibi, non si regalano otto-giocatori-otto di cui alcuni titolarissimi con in più i cambi diretti. E poi oltre un tempo e mezzo concesso ricalca il cliché di questo avvio di campionato in certe partite: è stato così a Verona, con l’Hellas si è recuperato almeno il pari, con il Chievo no; è stato così a Frosinone e in casa con la Fiorentina, con rimonte strepitose. Mal di trasferta in fase di conclamazione? Magari non proprio, ma è chiaro che all’Olimpico c’è ben altra ferocia agonistica. E rievocando il rammarico per la chance buttata al vento, anche vedendo i risultati delle altre, c’è chi ricorda il Toro “perdente” quando ci si aspetta la conferma, magari dopo una serie positiva. Così in B vince un tot di partite e poi invece di allungare perde col Gubbio (tanto per dire, eh), così va alla caccia del 13 (inteso come risultato utile consecutivo) e invece molla la tensione a Udine (roba della passata stagione).

PRESIDENTE... CONVOCATO - Come se non reggesse troppo certe pressioni. Questione di testa, allora. E il presidente Urbano Cairo, intervenendo a Tutti Convocati di Radio24, va in soccorso del gruppo: «Non dobbiamo farci distrarre dagli elogi. Bisogna lavorare a testa bassa, perché l’obiettivo resta sempre quello dei 40 punti. Il calcio di oggi è condizionato dalle risorse economiche e dai diritti tv che però io non disdegno, eh».

I RINNOVI - C’è la sosta che il Toro poteva vivere in un altro modo. Ma tant’è, resta inutile rimestare su cosa poteva essere e non è stato. Il campionato rimane una lunga corsa a tappe dove l’importante è essere costanti, senza perdere la tramontana, e l’equilibrio. Tra l’altro, è anche arrivato il momento dei rinnovi in casa granata, perché il progetto è proiettato nel futuro: quindi Vives, Gazzi, Ventura, Petrachi, Glik, Maksimovic, Bruno Peres, Moretti eccetera eccetera, tra allunghi e adeguamenti di stipendio. «Sono contento di aver trovato un allenatore come Ventura - continua Cairo - E spero di prolungare presto». Il tecnico, tanto per sottolinearlo, si è preso le sue responsabilità per la sconfitta contro il Carpi e ha chiesto a tutti, quindi anche a se stesso, un bel bagno di umiltà. Per ripartire più carichi, con la grinta da Toro. Già dal Milan, una partita che comunque si prepara da sola, e non ha certo bisogno di stimoli supplementari.

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