Ventura-Mihajlovic al bivio, rinnovo-esonero

Ventura e Mihajlovic si assomigliano per passione e cultura del lavoro Ma domani sera all’Olimpico la posta in palio si gioca su destini opposti
Il Torino va di corsa verso la sfida col Milan

TORINO - Giampiero Ventura e Sinisa Mihajlovic un po’ si assomigliano. Stessa cultura del lavoro, stessa passione per un calcio ragionato e mai casuale, stessa voglia di perseguire successi e affermazioni non solo attraverso il gioco ma puntando su valori e temperamentali di un gruppo, sfruttando al massimo le qualità, non soltanto tecniche, di ogni giocatore. Dove divergono è un po’ nel carattere e nelle strategie di gioco. Ma chi ha buona memoria ricorda quando Mihajlovic, allora ct della Nazionale serba, veniva apposta alla Sisport per assistere alle sedute di allenamento dirette da Ventura. Qualcosa l’attuale stratega milanista ha carpito da quelle “lezioni”, il gioco di ripartenza della Samp dell’anno passato ricordava molto quello granata, ma poi si è discostato dai canoni del 3-5-2 per adottare, preferibilmente, un 4-3-3 modificato. Ventura invece è sempre rimasto fedele alle sue idee, migliorandole e ritoccandole anche in base al materiale umano a disposizione. E i fatti, anzi, i risultati gli hanno dato ragione. Il Torino, prima di lui, si dibatteva nell’inferno della Serie B, preda di continue rivoluzioni e senza mai una prospettiva logica di riscatto. Con lui tutto è cambiato. Dal giugno 2011, insomma, il Torino è risorto fino a risplendere di luce propria, ridando a tutto un popolo l’orgoglio di tifare per la propria squadra.

LA FORZA DEL PROGETTO - Progetto è forse la parola che più utilizza il tecnico genovese. Progetto significa idee e la forza e la voglia di tradurle in fatti concreti. Pianificare il domani, puntando sui giovani e su un gruppo solido e stimolato, curando il presente senza dimenticare il passato. Lavorando duro, senza perdere mai la cognizione della realtà e la consapevolezza di una dimensione che per ora non può essere quella di una big, almeno sotto il profilo economico. Così il Torino è “ripartito” dopo un ventennio di sofferenze. E Giampiero Ventura, uomo concreto ma nello stesso idealista, è riuscito a crearsi un terreno dove piantare le sue pianticelle di idee, trasformando un orto di ortiche ed erbaccia in un giardino variopinto e ricco di fiori splendenti. E adesso, guarda come va il calcio, è il Milan ad aver paura del Torino e non più il contrario come succedeva fino a qualche tempo. E questo cambio di prospettiva non è certo un evento casuale ma una conseguenza di un’idea, portata avanti con convinzione e i cui migliori effetti sembrano da ricercarsi nel futuro. Anche perché il presidente Cairo spera che il tecnico a breve accetti le proposte di rinnovo del contratto in scadenza nel giugno 2016.

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