Ventura: Toro, potevi battere il Milan. Scudetto? Parlo con Cairo...

Il tecnico granata: «Bravi ai miei giocatori, alla fine potevamo vincere. Filadelfia? Importante per la rinascita del Torino»

TORINO - «Venivamo da una brutta partita, quella di Carpi, e da una settimana particolarissima in cui fino all'ultimo abbiamo avuto problemi di formazione, e alcuni giocatori stasera in condizioni normali non sarebbero scesi in campo. C'è stata una grande reazione quando siamo passati al 4-3-3 e per la quinta volta dopo essere andati sotto abbiamo recuperato, e stavamo anche per vincere nel finale. Devo dire bravi ai miei giocatori, abbiamo concesso pochissimo al Milan ed è un motivo di orgoglio per la squadra. Siamo una squadra che se non gioca perde potenzialità, basta che uno-due giocatori si inceppino e si crea magari ansia, si creano situazioni di difficoltà. Ad esempio Bruno Peres, che oggi non c'era, è stato importantissimo nelle prime tre partite eppure l'anno scorso non era come quello di oggi. Bisogna avere pazienza». Così Ventura a Sky commenta il pari del Torino, soffermandosi anche sul goleador Baselli: «Sta facendo bene e può fare benissimo, ha potenzialità come ce le ha Belotti...Sono Under 23, se non hai fretta mostrano le loro capacità. Bisogna avere pazienza come abbiamo fatto con Darmian per tre anni e mezzo, come l'abbiamo avuta con Cerci, Immobile, Ogbonna, così ce l'abbiamo anche con loro. Li mettiamo in condizione di esprimere le loro potenzialità».


STA RINASCENDO IL TORINO. MA NON PARLATE DI SCUDETTO..Il Filadelfia? Un momento importante se non straordinario, arriva in un momento in cui in questi quattro anni siamo tornati a essere il Torino. Cinque anni fa il Torino era in una situazione difficilissima, oggi l'immagine è quella di una società seria, che fa calcio, che va in Europa, che esporta un orgoglio, l'orgoglio di vedere tanti bambini con la maglia granata. Il Torino sta rinascendo e noi siamo orgogliosi di far parte di questa storia. Cairo ha parlato di scudetto? Non credo possa averlo detto, se lo ha fatto lo porto a casa e faccio due chiacchiere con lui».

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