<span style="line-height: 18.9091px;">Pioli contro Ventura: «Panchine d’oro»</span>

Venturin: «Lazio e Toro, due grandi allenatori, gioco e giovani talenti. L’Europa è loro»

TORINO - «Prevedo tanti gol. Un bel pareggio non mi dispiacerebbe, visto che sono rimasto molto legato a entrambe le squadre». 

Sulla carta è un’occasione d’oro soprattutto per chi, Venturin?
«Direi che la partita dell’Olimpico potrebbe baciare sulla fronte il Toro, perché mi pare che le assenze della Lazio siano più pesanti. Forse Pioli sta peggio, rispetto a Ventura. E poi i biancocelesti arrivano dalla partita di Europa League, che ha di sicuro consumato molte energie psico-fisiche, e ha lasciato non solo la gioia per la vittoria, ma anche un po’ di stanchezza inevitabile. E tutto questo potrebbe avvantaggiare il Toro». 

C’è chi facilmente etichetta Ventura e Pioli con un termine, maghi, che fa pensare più a dei prestigiatori che a dei costruttori.  
«Sono d’accordo. I maghi lasciamoli nei circhi. Sono due tecnici di grande personalità, non vicini come età, ma simili per dedizione, sudore, meriti, concretezza. Entrambi lavorano molto sul campo, i loro allenamenti sono ricchissimi di insegnamenti». 

Due panchine d’oro, al di là delle graduatorie e dei premi?
«Due panchine d’oro, sì, di sicuro: dal punto di vista ideale, ma anche materiale, perché Ventura e Pioli sono senza alcun dubbio nella top ten degli allenatori italiani. E in quella classifica ci metto anche Montella, che pure non sta allenando. Tra i nostri tecnici, non stranieri, va detto che in questo momento i tecnici di Lazio e Toro stanno esprimendo le cose migliori a livello di gioco, con Sarri e Di Francesco. Ventura è il classico allenatore navigato, che in questo ultimo lustro si è esaltato a Torino: l’uomo giusto al momento giusto nel posto giusto. Ed è diventato un allenatore da Toro. Pioli è più giovane, ma sta dimostrando anche lui di avere fame e qualità. Sa gestire i rapporti nello spogliatoio, con l’ambiente, con la società. E ha sale in zucca. Fa anche lui giocare bene la sua squadra».  

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