© www.imagephotoagency.itTORINO - Tra oggi pomeriggio, in ritiro a Leinì dopo la rifinitura di stamattina e domani, prima di scendere in campo la sera contro il Genoa, il Toro rivedrà le immagini dei tre schiaffi presi con la Lazio. Nessun esercizio masochistico, anzi, caso mai la volontà precisa di capire dove e perchè si è sbagliato più che individuare chi non ha fatto il proprio dovere e scovare il o i colpevoli. Dagli errori bisogna pur imparare, guardando in faccia la realtà senza paura, per quanto scomoda possa essere. E così in attesa di ripassare al video gli highlights, l’analisi a freddo del giorno dopo non consegna comunque grandi novità rispetto alle sensazioni vissute a caldo, subito dopo la batosta rimediata all’Olimpico romano. Anche se un neo risalta con maggior evidenza: il contatto tra Mauricio e Belotti in effetti poteva essere sanzionato con il rigore che, sull’1-0 per i biancocelesti, avrebbe potuto cambiare corso allo sviluppo e quindi all’esito della partita. Sta di fatto che l’ingenuità tattica clamorosa sul raddoppio laziale, con la difesa infilata su rinvio addirittura dalle retrovie avversarie, come a Verona con il Chievo, con Glik che si fa attirare sulla linea dei due marcatori pagando un conto salatissimo visto che fallisce l’anticipo, è quella che di fatto ha tagliato le gambe a un Toro che domani sera affronterà il Genoa con la voglia di scaricare la rabbia accumulata a Roma. Perché comunque il 3-0 è un risultato bugiardo nella forma e, in parte, anche nella sostanza.
PAROLA ALL'ESPERTO - A confermare questa tesi Claudio Onofri, ex giocatore di Torino e Genoa, «due squadre che porto nel cuore». Domenica era all’Olimpico per commentare su Sky il match e spesso gli capita di visionare i granata: «Cominciamo con il dire che il Torino, alla terza sconfitta di fila in trasferta, non mi è così dispiaciuto. Ero in tribuna anche a Modena per il ko subito dalla squadra di Ventura con il Carpi ma quello fu un vero flop. Con la Lazio è stata tutta un’altra storia. Anzi, a dire la verità nel primo tempo a mio avviso ha giocato meglio il Torino che non solo non avrebbe meritato di andare al riposo sotto di un gol ma in vantaggio. Avrebbe dovuto approfittare di una Lazio troppo disordinata e un po’ distratta. Il problema è che secondo me Quagliarella in questa condizione di forma diventa giocoforza un problema. Lui è un campione, non si discute la classe, ma era palese come fosse in difficoltà. Quando nella ripresa abbiamo visto il cambio in attacco di Ventura non ci aspettavano che uscisse Belotti, sino a quel momento propositivo, ma lui. Con il Genoa forse è meglio che Quagliarella osservi un turno di riposo, tra l’altro corre molto anche senza palla, in modo da poterlo magari già rilanciare sabato, nel derby in casa della Juventus. Contro i rossoblù Ventura potrebbe partite con Maxi Lopez e Belotti. Tra l’altro l’argentino quando è entrato non mi è affatto dispiaciuto anche se quando hai pochi minuti a disposizione non sempre si riesce a incidere in maniera determinante». Demeriti del Toro, ma anche meriti laziali, soprattutto per quanto fatto vedere nella seconda metà della partita. «Poi nella ripresa la Lazio è cresciuta e ha saputo fare la differenza grazie a quei tre/quattro giocatori di assoluto valore che se li metti nella condizione di far male non stanno certo ad aspettare. Mi sento quindi di dire che il Toro prosegue nel mal di trasferta a livello di risultati ma come prestazione c’è stato un evidente passo in avanti e questo è ovviamente positivo».
