TORINO - Degradato. Nelle prestazioni, nei giudizi di campo, nella sostanza. Kamil Glik porta la fascia del Toro con orgoglio e fierezza, primo straniero della storia. Ma qualcosa si è rotto in questi mesi difficili. Difficili per lui e per la squadra. La parola crisi si può sdoganare senza ombra di dubbio, perché lo dicono i numeri, e lo confermano le partite. E alla fine si può parlare di problema di testa, più che di condizione fisica.
L’ATTEGGIAMENTO - Già, perché spesso il difensore centrale mette in mostra i soliti tackle, gli allunghi, gli anticipi - magari non a Genova contro i rossoblù di Gian Piero Gasperini, forse “trattenuto” dalla diffida e dalla paura di beccare il giallo che gli avrebbe fatto saltare il derby di domenica -, ma è nell’atteggiamento che molte volte si denota la sua non tranquillità. E’ incredibilmente nervoso, polemico, sbraita, urla, se la prende con l’arbitro, protesta anche quando non è il caso.
ZERO GOL - Poi, il paragone con la scorsa stagione è impietoso: fin qui zero gol e poche gare da leader insuperabile. L’anno passato ha segnato 7 gol in campionato e 1 in Europa League, quello allo Zenit che ha regalato minuti di illusione e di speranza nella qualificazione ai quarti. Ok, fare l’attaccate non è il suo ruolo, lui deve pensare a evitarli. Ma nella realtà non gli sta riuscendo nulla. Un’arma in più del Toro era proprio il suo avanzamento sui calci d’angolo e le palle da fermo. Hanno imparato a marcarlo per bene, ci sta. Ma adesso quasi non mette più paura agli avversari, non si trasporta in avanti con la stessa foga, la stessa determinazione, con la stessa coordinazione. [...]
QUELLE PROBLEMATICHE - Da mesi, poi, ci sono voci attorno alla sua vita lontano dal campo. Difficoltà personali, legate alla sfera privata. Di sicuro la sua bambina è fonte di grande felicità e di ricarica quotidiana, uno motivo per sorridere sempre, per svagarsi come successo a Pratonevoso nel giorno di riposo, con la moglie Marta intenti a riprende i due divertiti nella discesa sul gommone. Un’immagine di famiglia felice che a dicembre si era un po’ oscurata. Ma qui si entra in una sfera, per l’appunto, privata.
GELO CON I TIFOSI - Fuori, in quella pubblica, si nota un certo gelo con la tifoseria granata di cui fino a qualche mese fa era idolo indiscusso. Anche ieri alla Sisport è stato praticamente ignorato: zero cori, zero sostegno personalizzato. E oramai succede anche all’Olimpico, nei match casalinghi, dove non riecheggia più il grido di battaglia “Glik, Glik, Glik” sui calci piazzati. [...]
