Ventura: «Toro, prova a vincere anche a Roma! Il caso Totti? Sono dispiaciuto»

Il tecnico: «Pur con tutte le nostre difficoltà, siamo in grado di dire la nostra»
Ventura: «Toro, prova a vincere anche a Roma! Il caso Totti? Sono dispiaciuto»© Marco Canoniero/Sportinfoto

TORINOVentura conferma il ricovero in ospedale di Maxi Lopez, per la tonsillite acuta e la febbre alta, come rivelato questa mattina sull’edizione cartacea di Tuttosport, ammette i problemi in attacco (gli sono rimasti solo Belotti e Martinez), ma non per questo riduce le sue ambizioni. La voglia è di cercare la vittoria anche a Roma, dopo i blitz in trasferta contro Inter e Bologna. E Ventura ha parlato anche di Totti e Spalletti: si augura un finale migliore, per Francesco.  

Forza Belotti
«Sì, Maxi Lopez è in clinica, ha le placche in gola, a ieri aveva ancora la febbre alta, per questo è stato ricoverato, per accelerare. Avrebbe dovuto giocare a Bologna per far tirare il fiato a Belotti… Non c’è neanche Immobile, siamo rimasti questi, convocherò dei Primavera (Edera e Candellone, ndr). Abbiamo di nuovo tanti infortunati, quest’anno ci siamo anche un po’ abituati. Affronteremo una squadra arrabbiata. Sarà una partita molto stimolante per capire chi siamo e cosa possiamo fare. A Bologna la lettura degli spazi è stata buonissima. Dovevamo solo osare di più. Se riuscissimo a fare una gara simile con la Roma, sarebbe un segnale molto importante. Belotti in nazionale? In nazionale ci vai grazie alle buone prestazioni, grazie alla crescita di ogni giocatore. Belotti ha voglia, è sulla strada giusta, si mette in discussione, ha quel pizzico di sfrontatezza ma ha anche l’umiltà necessaria. Spendo volentieri due parole pure per Zappacosta. Ha la stessa umiltà, la stessa voglia. Anche lui, pur giocando meno, è sulla strada giusta».

AVANTI CON MARTINEZ E BELOTTI

Ho stimolato Spalletti
«Il caso Totti? E’ difficile entrare in queste cose se non ci stai dentro, se non sai tutto con precisione. Da una parte c’è Spalletti che è stato mio giocatore con l’Entella e lo Spezia (una trentina di anni fa, ndr), è un amico, ha iniziato a fare l’allenatore stimolato da me. Dall’altra c’è un giocatore tra i più grandi della storia del calcio. Sono dispiaciuto. Sarebbe bello che Totti finisse da grande campione qual è stato. Rischia di essere intaccata un’immagine. A uno sono legato affettivamente. All’altro sportivamente».



Orgoglio Toro
«Non voglio parlare delle assenze, se no possono sembrare alibi. Facciamo tesoro di ciò che è successo, non è con i proclami che costruisci qualcosa, ma attraverso il lavoro, la serietà, la mentalità, la professionalità. Abbiamo lottato tanto per darci un’immagine. Per ricostruire questi valori. L’immagine del Toro è positiva, siamo orgogliosi di averla ricostruita. Ovunque andiamo, incontriamo gente orgogliosa, se è del Toro. Oppure ci fanno i complimenti, se non sono tifosi del Toro. Siamo una delle squadre più corrette, più sportive del campionato da anni. E questa è solo un’annata particolare, servirà di lezione per il futuro».

Il gioco è la chiave
«La Roma ferita è nel caos? Non so se è un punto di vantaggio per il Toro. Noi siamo distaccati da questo problema. Il caos è sempre un’arma a doppio taglio. Ci sono squadre che danno risposte importantissime nel caos. Il nostro problema non è la Roma, lo dico con tanta umiltà. La Roma deve avere il rammarico di non essere stata in corsa per lo scudetto. Il nostro problema siamo noi, non la Roma. Pur con tutte le nostre difficoltà, siamo in grado di dire la nostra. Se andiamo lì con la consapevolezza di poter ritagliarci uno spazio… I tre punti sono figli della prestazione che fai. Affronteremo uno dei migliori attacchi d’Europa. Li possiamo fermare solo giocando. Solo così ce la possiamo giocare con tutti».



Sull’arbitro
«L’arbitro Calvarese e il black out di Padova? Lo ricordo come l’inizio della mia avventura a Torino, nel primo anno di B. E’ crome se fossi nato a Torino con lui! Sembra una paraculata, ma ho un ricordo piacevole”. Ventura ha anche riparlato della crescita del Toro, anno dopo anno, e della possibilità di inserire un top player solo in futuro, in modo coerente. E non adesso, a parere del tecnico: “Un Picasso lo appendi quando la casa è finita, non mentre stai tirando su i muri. Questi giocatori di oggi saranno ricordati per i muri tirati su in questi anni, sempre più solidi”. Ha poi confermato la possibilità che a Roma rientri Maksimovic, purché non gli succeda… nulla! “Maxi Lopez ha detto: senza di me non si vince, e poi è stato subito male!”, la frecciata tirata col sorriso dall’allenatore. “Ciò che conta veramente sono le ambizioni. Io e i miei giocatori le abbiamo. E’ importante capire come realizzarle. Queste partite ti danno la possibilità di farti delle domande e darti delle risposte», il finale alla Marzullo.

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