TORINO - Un Pontus verso il futuro. Alto, biondo, slanciato come da iconografia vichinga. Jansson ha (ri)conquistato il Toro, e non solo per quel gol di testa che ha dato il là alla “manita” di Udine. Muscoli, forza e personalità hanno sconfitto sfortuna e guai fisici. E pure la concorrenza pesante di un certo Kamil Glik, autore di una passata stagione straordinaria e poi finito con l’entrare in una crisi personale inaspettata. Giampiero Ventura, ridando spazio alla sua torre, ha centrato due obiettivi in un colpo solo: la vittoria del riscatto fuori casa (come a Milano contro l’Inter, quando appunto c’era lui, Pontus) e la copertura del ruolo nella squadra che verrà. «Mi sento di poter competere con i migliori e sono pronto a prendermi il posto nella prossima stagione», ha detto lui ai connazionali.
"IL FILADELFIA RAFFROZA IL LEGAME CON GLI INVINCIBILI"
QUELLA SVOLTA - Minuto numero 12, il Toro batte un calcio d’angolo e al centro svetta Jansson che sblocca il risultato alla Dacia Arena, una prima volta da ricordare, da festeggiare. Dice a sydsvenskan.se: «Ho avuto la meglio sull’avversario con un buon colpo di testa». L’ultima volta di un suo exploit personale fu due anni fa quando il Malmoe vinse in trasferta 2-1 con l’Orebro. Poi, nell’estate del 2014 passò al Torino, peraltro a parametro zero, firmando un contratto fino al 2018. Un colpo del ds Gianluca Petrachi, in prospettiva. E adesso si raccoglie, dopo periodi piuttosto travagliati.[...]
STAFFETTA CON KAMIL - E’ chiaro, la presenza di Glik è stata per certi versi ingombrante: leader della retroguardia granata, capitano e pure goleador (8 reti, 7 in campionato). Dura per Jansson scombussolare le gerarchie. Ma lo svedese crede e ha sempre creduto in se stesso. «Per il polacco quella scorsa è stata la miglior stagione in assoluto - conferma l’analisi - e tutti pensavano che sarebbe andato via in estate. Ma è rimasto, continuando a fare bene». Nel frattempo, però, dopo un grandissimo avvio, è il Toro che ha perso certezze e posizioni in classifica. Jansson, dal canto suo, ha lottato come un guerriero contro il problema che lo limitava. «Quelle volte che ho giocato, in precedenza, sono andato bene. Ma l’operazione mi ha tenuto fuori a lungo. Sono stato sfortunato. Però spero di aver saldato i conti, ora. Insomma, ho dato...». [...]