TORINO - Addio, Sauro. Se ne è andato anche lui: Sauro Tomà. Aveva 92 anni, era sopravvissuto alla tragedia di Superga. Grande, nel Grande Torino. Terzino, ma anche mediano: era un giocatore molto eclettico, nato a La Spezia nel 1925, ma originario della Lunigiana. Giocò in granata dal 1947 al 1951, vincendo 2 scudetti con Valentino Mazzola e compagni. Proprio di Valentino era uno degli amici più cari. Tomà aveva buona tecnica, grinta, voglia di eccellere. Quando Maroso soffriva di pubalgia, entrava in campo lui, da titolare: e faceva il suo con stile e costrutto. Era rimasto a Torino, dopo la tragedia. E a Torino è morto nella scorsa notte, dopo lunga malattia. Non era salito sull'aereo che portò il Grande Torino a Lisbona solo perché si era infortunato al ginocchio, in precedenza, e non era ancora guarito, necessitava di cure. Dopo la tragedia, ha speso la sua vita di grande uomo, marito, padre, nonno per la famiglia e per tramandare la memoria degli Angeli di Superga. “I miei fratelli”, li chiamava lui, com quel sorriso dolce sulle labbra. Addio, caro Sauro. Ti abbiamo voluto bene: noi che ti conoscevamo, ma anche quei tifosi che avevano imparato a conoscerti da lontano, attraverso i tuoi libri, i tuoi racconti, la tua presenza a Superga il 4 maggio. Addio, grande Sauro: vola dai tuoi fratelli, abbracciali anche per noi.
Hai raggiunto i tuoi compagni in cielo. Ciao Sauro, ultimo degli Invincibili. pic.twitter.com/21UOIXqXYH
— Torino Football Club (@TorinoFC_1906) 10 aprile 2018