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TORINO - Dentro i segreti di Mazzarri e, quindi, del Toro. Negli allenamenti di Bormio, sempre molto tattici e mai banali, poca corsa e tanta tecnica accompagnata da schemi, il tecnico ha preparato la squadra per il campionato in generale e in particolare per la sfida di giovedì ad Alessandria. Con pochi minuti nelle gambe e una condizione fisica approssimativa rispetto al Debrecen, l’allenatore ha studiato e insistito su situazioni che possono servire per superare questo handicap. Sotto l’aspetto della tecnica non c’è partita, ma al momento gli ungheresi corrono più dei granata. Questo è il grande punto interrogativo che, giustamente, preoccupa i tifosi. Che fare?
TESTA LIBERA - Il primo punto su cui ha battuto il tecnico è quello psicologico. Ha detto ai suoi giocatori di scendere in campo e giocare come sanno, senza pensare alle gambe o al calo improvviso di condizione. Il Toro, dunque, deve impostare la partita con il suo credo calcistico. L’allenatore ha puntato molto sulla concentrazione. Vuole che sia sempre alta e non come è successo contro la Pro Patria. Perché un gol incassato giovedì può compromettere tutto. I granata dovranno cercare di far correre molto il pallone: questo non suda, ha detto ai suoi ragazzi. E all’occorrenza Meité e Baselli dovranno nasconderlo agli avversari.
LE PUNIZIONI - Si è passati anche a provarle singole situazioni. Bisogna ottimizzare i calci piazzati, cosa che lo scorso anno non è stata fatta; col Debrecen possono diventare fondamentali. A Bormio sono stati Baselli e Iago a provare i tiri da 20-30 metri. Qualche volta, ma raramente, anche Meité ci ha provato. I risultati sono stati discreti. Ad Ansaldi e Berenguer il compito di ottimizzare i calci d’angolo con Baselli prima alternativa ai due “titolari” della bandierina. Nkoulou, Belotti e De Silvestri dovranno sfruttare la situazione con i colpi di testa, Iago starà qualche metro più indietro per gli eventuali rimpalli.
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