Questo Torino ha bisogno di Zaza e Verdi

Mazzarri, dopo il pesante ko casalingo con il Lecce, cambierà la squadra per la sfida con la Sampdoria
Questo Torino ha bisogno di Zaza e Verdi© LAPRESSE

TORINO - E' già scontato: domenica contro la Sampdoria non vedremo la medesima formazione che è riuscita nell’impresa di demolire se stessa, contro il Lecce. Mazzarri, ieri mattina alla ripresa degli allenamenti, ha tirato giù più di una stella dal cielo, catechizzando i giocatori. La canonica ramanzina del giorno dopo: troppo grave e greve, d’altra parte, il flop di lunedì. In particolare, il tecnico ha puntato il dito sull’atteggiamento mentale dei giocatori. La partita dell’altra sera qualcosa deve insegnare, per il futuro. E se dovessimo ora riassumere gli errori e le ragioni del crollo, diremmo in sostanza che: 1) troppe volte, e non solo con Mazzarri al comando, il Toro perde la rotta, cioè la propria identità, quando è lì lì per spiccare il volo; 2) in specie succede quando l’avversario non è di grido; non suscita nei giocatori, evidentemente, sufficiente timore e adeguate motivazioni; 3) tutto ciò è sintomo di immaturità, capace di emergere a tratti come un fiume carsico; è dunque un limite; e, difatti, è stato oggetto degli strali di Mazzarri al Fila, ieri; 4) codesta forma di immaturità, poi, viene più facilmente a galla là dove una rosa non presenta un numero particolarmente elevato di giocatori esperti, rabbiosi, famelici e carismatici, soprattutto nei ruoli chiave: in primo luogo a centrocampo, dove tutto nasce o si disperde;

5) il Torino l’altra sera ha denunciato anche problemi di natura atletica; la brillantezza è evaporata all’improvviso durante la sosta, e lo stesso Mazzarri si chiedeva il perché, a posteriori; crediamo che forse qualcosa sia andato storto nel lavoro fisico svolto durante la sosta, al di là dei giocatori lontani perché in Nazionale; allenamenti troppo duri? 6) al di là anche di alcuni autolesionistici errori di formazione, a cominciare da quello Zaza lasciato inizialmente in panchina, è palese da tempo che, mediamente, solitamente, questo Toro ha bisogno di avere due attaccanti veri per aumentare la dose di aggressività offensiva; affinché Belotti abbia più palloni e occasioni; e proprio Zaza è il primo candidato a tornare titolare, a Marassi; 7) a maggior ragione se gli esterni spingono poco e male, occorre un contributo di fantasia e di pericolosità sulla trequarti da chi ha maggior qualità: in testa Verdi, d’ora in poi; da vedere se a Genova inizierà dal primo minuto anche lui, o se almeno si vedrà comunque ben prima rispetto a lunedì, quando è subentrato a una ventina di minuti dalla fine; discorso simile per Laxalt, quanto alla fascia sinistra; 8) in difesa, poi, il buco nero aperto da Nkoulou ha spaccato il giocattolo e ha persino rimpicciolito uno come Izzo: Djidji non è all’altezza per guidare la retroguardia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...