Pagina 2 | Mazzarri, unità di crisi. Toro, testa in tilt. Ansaldi denuncia, esame per Walter

TORINO - Nemmeno Belotti, che dei granata è capitano e bandiera, si presenta davanti ai microfoni per esprimere concetti anche duri che, per scelta di parole e intonazione della voce, Ansaldi riesce a far passare. Un’autorevolezza che l’argentino può concedersi in virtù del peso rivestito all’interno dello spogliatoio. Chi quotidianamente lo frequenta, parla di Ansaldi come dell’elemento insostituibile, per capacità di fare gruppo. Un atteggiamento positivo al punto da consentirgli, quando se ne presenta la necessità, di entrare nel cuore dei problemi. Senza accusare nessuno e distante da ogni scarico di responsabilità. In maniera costruttiva, insomma. Una dote che, dopo la sberla di Parma, gli ha permesso di sollevare un tema che non soltanto la trasferta del Tardini ha messo in evidenza.

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Per Mazzarri questo è il momento più difficile da quando è al Torino

CALMA CONTRO EMOTIVITÀ - «Il rosso a Mazzarri? Il discorso riguarda tutti: da fuori si vede che siamo nervosi e questo finisce per essere un aiuto per gli avversari». E con quel tutti, quindi coinvolgendo il Toro nel suo complesso, Ansaldi parla di Mazzarri e pone l’accento su un aspetto emerso chiaramente, nelle ultime settimane. L’uscita dall’Europa League, una fase difensiva che sembrava acquisita e che invece presenta falle in serie, il caso Nkoulou e la discontinuità nei risultati: tanti sono i legittimi motivi che non soltanto a Mazzarri, ma a ogni tifoso granata provocano travasi di bile. Il toscano del Toro non è però un tifoso, ma l’allenatore. Se mantiene la calma nella tempesta aiuta la squadra ad uscirne, se all’opposto si fa travolgere dalle emozioni, trasformando la carica adrenalinica in moti di rabbia, come dice il sudamericano fa il gioco dell’avversario. Da quando nel gennaio del 2018 si è insediato sulla panchina granata a oggi questo è il momento più difficile da attraversare e gestire, per l’ex tecnico del Napoli: ne esca con la calma che è sovrana virtù dei forti. E magari anche con l’aiuto di Cairo, che lo ha individuato, scelto e voluto e che in questi giorni, come già prima del successo contro il Milan, potrebbe presentarsi al Filadelfia per infondere fiducia a Mazzarri come a tutto il gruppo.

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Per Mazzarri questo è il momento più difficile da quando è al Torino

CALMA CONTRO EMOTIVITÀ - «Il rosso a Mazzarri? Il discorso riguarda tutti: da fuori si vede che siamo nervosi e questo finisce per essere un aiuto per gli avversari». E con quel tutti, quindi coinvolgendo il Toro nel suo complesso, Ansaldi parla di Mazzarri e pone l’accento su un aspetto emerso chiaramente, nelle ultime settimane. L’uscita dall’Europa League, una fase difensiva che sembrava acquisita e che invece presenta falle in serie, il caso Nkoulou e la discontinuità nei risultati: tanti sono i legittimi motivi che non soltanto a Mazzarri, ma a ogni tifoso granata provocano travasi di bile. Il toscano del Toro non è però un tifoso, ma l’allenatore. Se mantiene la calma nella tempesta aiuta la squadra ad uscirne, se all’opposto si fa travolgere dalle emozioni, trasformando la carica adrenalinica in moti di rabbia, come dice il sudamericano fa il gioco dell’avversario. Da quando nel gennaio del 2018 si è insediato sulla panchina granata a oggi questo è il momento più difficile da attraversare e gestire, per l’ex tecnico del Napoli: ne esca con la calma che è sovrana virtù dei forti. E magari anche con l’aiuto di Cairo, che lo ha individuato, scelto e voluto e che in questi giorni, come già prima del successo contro il Milan, potrebbe presentarsi al Filadelfia per infondere fiducia a Mazzarri come a tutto il gruppo.

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