Cairo dà fiducia a Mazzarri: per ora. Il patron furioso aspetta e spera

Il presidente è convinto di avere un Toro da Champions. L’Europa e troppi ko: alla finestra c’è Gattuso, con Nicola
Cairo dà fiducia a Mazzarri: per ora. Il patron furioso aspetta e spera© Marco Canoniero/sync

TORINO - Fiducia in Mazzarri. Ma ragionata. Un modo educato per dire che la scorta di fiducia che Cairo riversa in Mazzarri (e riserva per Mazzarri) è sensibilmente diminuita in queste ultime settimane. Come acqua che fuoriesce da un vaso bucato. E ogni foro è una sconfitta. I segnali non sono belli, per il tecnico. Ma non potrebbe essere altrimenti, tenuto conto delle ambizioni e delle pretese di Cairo. Si coglie gelo, non solo una grande, grandissima delusione. Tuttavia il presidente non deroga dalla linea già presa domenica sera. Fiducia in Mazzarri. Fiducia e speranza. Aspetta e spera, Cairo. Per questo la fiducia è ragionata. Definirla “a tempo” sarebbe un po’ ingeneroso, di sicuro semplicistico. Ma il succo è questo: vediamo che succede, ora, innanzi tutto nelle prossime due settimane, nelle prossime tre partite. Lo si scriveva già ieri, è inevitabile ripeterlo oggi.

Domenica al Grande Torino arriverà il Cagliari

Al Grande Torino, sede di un Toro rimpicciolito, arriverà il Cagliari, domenica: 5° in classifica, sull’onda dell’entusiasmo. Mai così in alto dopo 8 giornate da quando si è aperta l’era dei 3 punti, metà Anni 90. Proverbialmente: l’avversario peggiore, sulla carta, se pensiamo già soltanto alla serenità mentale dei sardi e agli umori che si possono respirare al Fila. Poi, mercoledì 30, la Lazio a Roma. E sabato 2 novembre: il derby. Un trittico tostissimo: in crescendo. Prima del viaggio a Brescia, il 9 novembre. E una nuova sosta per le Nazionali. Cairo pretende una svolta. Subito. In classifica. Contano i punti, di qui in poi. Basti dire che adesso il Toro ne ha appena 4 in più sulle terzultime. E davanti ha già 9 squadre. Cairo soppesa il monte ingaggi del Parma, della Fiorentina, dello stesso Cagliari. Dell’Atalanta. Poi ripensa a quello che paga lui. E diventa matto, si dice in gergo. Par di scrivere una sua intervista: «Io ho anche comprato Verdi perché il mister lo voleva assolutamente, 23 milioni più 2 di bonus. Non dico che mi avessero garantito la Champions con Verdi, ma insomma...». Par di scrivere un pezzo di intervista, sì. Invece ha fatto scena muta, Cairo, ieri nel tardo pomeriggio, uscendo dall’assemblea di Lega a Milano. I cronisti hanno provato a strappargli un commento. Ma lui, scuro in volto, ha tirato dritto, proprio perché la silhouette del Toro è storta in classifica. Un silenzio gelido, immediatamente giudicato assordante. Parla altrimenti e in altre forme, Cairo. E parlerà anche alla squadra, in settimana: al Fila.

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