Torino, adesso il tridente Belotti-Iago-Verdi diventa necessità

Questione di testa, non solo di tattica: la squadra ha bisogno di un’iniezione di coraggio. L’equilibrio non è certo quello di Udine
Torino, adesso il tridente Belotti-Iago-Verdi diventa necessità

TORINO - Hanno fin qui poco in comune, le versioni del Toro tra le ultime due annate: a partire da una fase difensiva che da rodata si è ritrovata inceppata, per arrivare a uno sviluppo della manovra offensiva che prima era migliorabile, ma funzionava, e che ora è assai faticoso. C’è però una evidente similitudine: le difficoltà incontrate da Soriano e Zaza, presi gli ultimi giorni di mercato nell’estate del 2017, sono le medesime vissute da Verdi in questo avvio di stagione. E qui Mazzarri può ben poco: i tempi delle trattative non dipendono da lui. Come nulla ha potuto nel momento in cui Iago Falque, nella calda serata di Alessandria del 25 luglio scorso, si è infortunato alla caviglia. Un ko che lo ha costretto a un lungo stop, e a un lavoro non ancora concluso per ritrovare una buona condizione di forma. Dopo lo scampolo di partita contro il Napoli, utile più che altro per ricevere l’applauso della Maratona che ha ritrovato un giocatore in grado di restituire brio all’attacco del Toro, Iago Falque è stato riproposto in campo a Udine nel vano tentativo di rimettere in sesto il risultato. Missione fallita: nella mezzora in cui è rimasto in campo lo spagnolo ha procurato un paio di brividi a Musso, ma comprensibilmente non ha mostrato quella brillantezza che può fargli fare la differenza. E pure Verdi, al quale a inizio campionato è stata perdonata qualche battuta a vuoto essendo l’ultimo arrivato, alla Dacia Arena e nonostante le due settimane di allenamenti nelle gambe ha deluso.

Toro, lavoro tattico e piscologico

La speranza è che la rabbia provocata dalla sconfitta di domenica possa rappresentare uno stimolo per far sì che, dove ancora non arrivano le gambe, possa arrivare la testa. Pure stimolata a dovere da Mazzarri, in questi giorni grigi e non solo per il meteo, a Torino sponda granata. Mai come in questi giorni, al Fila, al lavoro tattico si alterna quello psicologico. C’è una squadra da scuotere, quindi da collocare in campo per affrontare un Cagliari che non è sorpresa casuale del campionato: i rossoblù sono al quinto posto perché competitivi, e non soltanto a centrocampo che è il reparto fiore all’occhiello della rosa di Maran.

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