Toro: siamo alla resa dei conti. Pazienza finita, ultime tre gare per non cadere

Mazzarri e tanti granata deludenti si giocano il posto. E Nicola è pronto a ereditare la panchina granata. Senza una reazione si inizierà a pensare alla prossima stagione, ma con mille incognite
Toro: siamo alla resa dei conti. Pazienza finita, ultime tre gare per non cadere© Canoniero

TORINO - La gara di Verona doveva essere quella della definitiva guarigione di un Toro reduce da tre successi in quattro gare, la successiva, in casa con la Spal, quella da vincere per concretizzare la ripresa anche in classifica. Più che storto è andato tutto al contrario: a partire da quel vantaggio di tre reti dilapidato al Bentegodi. Va beh, un mezzo incidente di percorso: con la Spal sarà vero risorgimento granata. Macché, come era già accaduto è andata di male in peggio. Come quando già era arrivata la sconfitta di Genova con la Samp in coda al ko interno contro il Lecce. Difficile, a questo punto, continuare ad accordare fiducia a una squadra tanto fragile, soprattutto, ma non soltanto con le piccole. O meglio proprio con chi è ultima della classe. Non è un caso che i granata si trovino appaiati all’altra grande delusa, di questa stagione. A quel Milan frastornato dalle cinque pappine prese a Bergamo dall’Atalanta. Meno sonante, ma ugualmente bruciante la batosta subita dal Toro, con i ferraresi.

Toro, la possibilità di risalire la corrente c'è

QUALE RIVOLUZIONE? - A voler vedere una fiammella ma proprio piccola di speranza si può leggere la classifica: al 7° posto c’è il Parma con 25 punti, Milan e Toro ne hanno 21. La possibilità di risalire la corrente c’è, l’obiettivo raggiunto pochi mesi fa di entrare in Europa League è ancora perseguibile. Già, ma da una squadra che sappia rendere al meglio delle proprie possibilità, e non a questo lunatico, tatticamente fragile e distratto gruppo di giocatori. Pensare che al di là del Parma (o del Bologna che di punti ne ha 22), i granata possano vincere la volata con il Napoli è assai arduo, in tale stato di cose. Tanto più che un Toro così fragile finisce pure per patire l’ambiente venutosi a creare, la contestazione contro Cairo e Mazzarri, la protesta delle curve. Segnali che rendono complesso immaginare un pronto riscatto. Altra via per uscire dal ginepraio nel quale i granata si sono infilati comunque non esiste: un mese scarso di tempo per provare la missione impossibile, oppure questa stagione formalmente avrà un suo seguito, ma per Cairo sarà già tempo di pensare alla prossima. Magari affidando la panchina a Davide Nicola, ma andando incontro a un’estate nella quale, a differenza di quella passata, sarà difficile se non impossibile trattenere i migliori elementi.

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