Torino, saltano le gerarchie: gioca chi merita

L’avvertimento di Longo: «Tutti devono capire dove siamo finiti. Rischiamo la B». Al Fila ha ricompattato una rosa scollata. Edera & Co.: non ci sono più emarginati
Torino, saltano le gerarchie: gioca chi merita© LAPRESSE

TORINO - Della rosa attuale, esclusi i Primavera in ascesa Adopo e Singo nonché il 2° e il 3° portiere (Ujkani e Rosati), l’unico giocatore che non è sceso in campo neanche per un minuto con Longo è stato Djidji, riserva fissa sia con la Samp, sia col Milan sia col Napoli. In campionato (e ovviamente ragionando in proporzione, dato il numero clamorosamente diverso di partite gestite dalla panca dal nuovo allenatore e dal suo predecessore), Longo ha cambiato più spesso interpreti in appena 3 incontri che Mazzarri in 22. E ovviamente alludiamo solo alle scelte tecniche, non a quelle dettate da altre problematiche (infortuni, squalifiche e paletti societari, nei periodi col mercato aperto tra estate e inverno). La prima considerazione da fare, dunque, è che con Longo è subito venuta a galla una maggiore mobilità interna, vi è cioè più flessibilità nei passaggi in andata e ritorno dal campo alla panchina. Se poi esaminiamo il caso limite più appariscente, il confronto assume aspetti fin rivoluzionari.

Pensiamo a Edera. Che, con Mazzarri, aveva messo assieme in 22 turni di campionato solo 4 minispezzoni, per un totale di 55 minuti giocati. E il primo gettone era comparso soltanto a fine novembre: all’88’ della partita vinta a Marassi contro il Genoa. Con Longo (che con Edera aveva vinto uno scudetto Primavera alla guida del Toro), il giovane jolly offensivo, impiegabile largo in un tridente, si è ritrovato persino titolare già al secondo colpo (la trasferta di San Siro). E poi a Napoli, subentrando, ha ficcato in porta anche il suo 1° gol stagionale. Per la cronaca: Mazzarri aveva a disposizione anche i vari Iago (quando non era in infermeria, of course), Bonifazi (ultima da titolare in campionato con WM: addirittura il 16 settembre col Lecce, poi zero minuti in 4 mesi e mezzo!) Laxalt (una trottola continua tra campo e panchina) e Parigini (mai impiegato in campionato). Longo pagherebbe, oggi, per avere ancora almeno lo spagnolo (discontinuo ma capace di donare un minimo di imprevedibilità alla manovra offensiva) e l’uruguaiano (perché adesso i terzini sono diventati solo 3, da 4 che erano). [...]

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